Crisi afghana: Bergamo e Milano si preparano ad accogliere i profughi

Dall'altra parte dello stivale anche il sindaco di Brindisi ha dato la sua disponibilità

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Kabul è caduta e l’Afghanistan torna nelle mani dei talebani. Sono passati vent’anni dall’11 settembre 2001, con i dirottamenti aerei e gli attentati che cambiarono il corso della storia. E dopo altrettanti anni di occupazione militare, iniziata con la guerra nell’ottobre 2001 e proseguita con le missioni di peacekeeping,  per le quali l’Italia ha pagato un tributo di 53 vite, tutto sembra tornare al punto di partenza.
Il ritiro militare trasmette la sensazione della disfatta, ma l’aeroporto internazionale di Kabul preso d’assalto da uomini e donne che cercano la fuga perchè temono per la propria vita o perchè non vogliono passare la loro esistenza sotto la legge dei talebani, sono state le protagoniste di questi ultimi due giorni, più delle analisi militari e geopolitiche.

In Lombardia Bergamo e Milano si preparano all’accoglienza dei profughi

E proprio sull’aspetto umanitario della vicenda hanno iniziato a prendere posizione alcuni sindaci d’Italia, che si sono detti disponibili ad accogliere i rifugiati  Afghani che potrebbero riversarsi sulla rotta balcanica, divenuta celebre con la crisi siriana iniziata nel 2011.
Il Lombardia il primo a prendere posizione è stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che su Twitter ha dato disponibilità ad accogliere i rifugiati.
«Di fronte alla tragedia dell’Afghanistan siamo in tanti, sindaci di città italiane, a voler dare sin d’ora disponibilità all’accoglienza dei rifugiati – ha scritto –  Se c’è una residua possibilità di riscatto dell’occidente, è nell’abbraccio delle nostre comunità a chi fugge dal terrore».
Su Facebook il sindaco di Milano Beppe Sala ha usato toni diversi, sottolineando però come la città si stia preparando a far fronte all’emergenza umanitaria.
«La questione afghana è di una dimensione e di una complessità di portata storica, e per questo può essere gestita solo attraverso un coordinamento a livello internazionale – ha scritto il primo cittadino – In attesa che il Governo ci dia adeguate istruzioni, ci stiamo preparando a livello locale. Stiamo prendendo contatto con le ONG che operano a Milano e che, in alcuni casi, hanno esperienza diretta in Afghanistan. Allo stesso tempo ci stiamo preparando con i nostri servizi sociali a gestire l’accoglienza dei profughi che dovessero essere indirizzati sul territorio milanese».