È iniziato tutto durante la commemorazione a Cologno Monzese della strage di via d’Amelio. Giovanni Carissimo, colognese iscritto all’ANPI, ha tirato fuori durante l’evento un cartello con su scritta la frase “non c’è antimafia senza antifascismo”, e i carabinieri hanno raccolto le sue generalità perché il cartello “non era autorizzato”. La notizia ha raggiunto Sinistra Italiana, che ha presentato un’interrogazione in Parlamento.
Carissimo: «Perché un cartello ai miei occhi banale è stato giudicato in qualche modo perturbante dell’ordine pubblico?»
Il protagonista della vicenda ha così raccontato la vicenda in un post su Facebook:«Sono certo di non aver fatto nulla di male e che non ci saranno conseguenze legali. Tuttavia mi domando: perché sono stato identificato? Perché un cartello ai miei occhi banale è stato giudicato in qualche modo perturbante dell’ordine pubblico? A chi poteva dare fastidio? E poi perché: per l’antimafia (e sarebbe grave) o per l’antifascismo (grave lo stesso, perché le istituzioni democratiche non esisterebbero senza partigiani/e e senza antifascismo)? Ci tengo a far circolare questa informazione ma soprattutto ci tengo ad andare fino in fondo alla vicenda: abbiamo il diritto di capire cosa è successo questa mattina a Cologno Monzese, 47 mila abitanti alle porte di Milano, nel 2021, dove sembra che esprimere pubblicamente i concetti di antimafia e antifascismo sia un problema».
Sinistra Italiana ha annunciato un’interrogazione parlamentare
È Nicola Frantoianni di Sinistra italiana ad annunciare alla Lamorgese un’interrogazione parlamentare per indagare con attenzione quanto successo; ha inoltre invitato il Comando generale dell’Arma a chiedere scusa sia all’ANPI che a Carissimo, prendendo provvedimenti nei confronti dei carabinieri che lo hanno identificato.