Cernusco: il caso Saman Abbas arriva in Consiglio comunale

Una mozione presentata da Elena De Riva accende i riflettori sulla vicenda e invita l'Amministrazione a fare sempre di più per contrastare la violenza di genere. Voto unanime del Consiglio, ma si apre un dibattito sulla matrice "culturale"

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Il caso di Saman Abbas arriva in Consiglio Comunale a Cernusco sul Naviglio, con una mozione presentata da Elena De Riva (Pd). Un faro che si è acceso anche in città sulla vicenda della ragazza pakistana sparita a Novellara (Reggio Emilia) la notte tra il 31 aprile e il 1° maggio, dalla quale si è partiti per invitare l’Amministrazione comunale a fare sempre di più sul fronte del contrasto alla violenza di genere. La mozione è stata approvata all’unanimità dall’intero consiglio, ma non è mancato qualche distinguo sul “fattore culturale” che in alcuni casi può portare ad episodi di violenza e femminicidio.

La mozione

La mozione presentata da Elena De Riva impegna la giunta a rafforzare le attività di sensibilizzazione sulla tematica dell’emancipazione femminile con eventuali nuovi progetti nelle scuole, e a valutare dichiarazioni pubbliche, cassa di risonanza per tutte le donne che sembrano non avere una voce.

«Il caso Saman non ha nulla a che vedere con l’islam»

«In Saman rivedo il percorso lento e difficile, che ha portato noi donne ad avere pari dignità e rispetto agli uomini

– ha dichiarato Elena De Riva – Quel percorso che ci ha consentito di essere libere, di ottenere quei diritti che un tempo c’erano negati. Saman, come tante donne prima di lei, per autorealizzarsi combatte gli ostacoli alla sua emancipazione. Ostacoli che arrivano da una arretratezza culturale che non hanno niente a che vedere con il fanatismo religioso».

Dunque patriarcato e non ragioni religiose per la consigliera avrebbero determinato la scomparsa di Saman. «Il caso di Saman non ha nulla a che vedere con l’islam – ha proseguito – Ha invece molto a che fare con una cultura retrograda, con una mentalità arcaica di uomini e donne, mamme e papà, che in Saman non vedono più una persona cara o una figlia da amare, ma una nemica che può mettere in discussione il loro essere».

A rifiutare una lettura religiosa e culturale della vicenda di Saman anche Chiara Beniamino (Vivere Cernusco), che ha proposto emendamenti alla mozione (poi accolti) per eliminare ogni riferimento alla provenienza straniera della famiglia, e Rita Zecchini. «La violenza di genere – ha sottolineato la consigliera de “La città in Comune – Sinistra per Cernusco – non è determinata geograficamente, non appartiene a una sola classe e non è strutturata all’interno dello spazio tempo. È una violenza che attraversa le diverse culture con diverse modalità».

Cecchinato solleva la questione “culturale”

Sostegno pieno alla mozione anche dalla Lega, con Luca Cecchinato che ha però sottolineato come la violenza verso le donne – così come quella nei confronti degli omosessuali o delle minoranza religiose –  in alcuni casi possa essere determinata anche dal contesto culturale di provenienza, interrogando e interrogandosi sul ruolo della cultura occidentale di fronte a queste dinamiche. «Quando accade (la violenza sulle donne o il femminicidio… ndr) in nome dell’ignoranza del patriarcato – ha dichiarato – alziamo le barricate e siamo pronti a condannarlo, quando si fa in nome di un certo estremismo, o quando legittimiamo percorsi d’integrazione forzati con Stati in cui è prevista veramente la pena di morte in casi di omosessualità, o in caso si professi una religione diversa, vedo un po’ più di arretratezza, un po’ più di paura. Mi piacerebbe – ha proseguito – che questa difesa della famosa cultura occidentale ci fosse nei confronti di tutti. Non solo quando il movente è l’ignoranza o il patriarcato, ma anche quando chi compie quelle cose si porta una cultura che è legittimata dallo Stato di provenienza o da culture legate al mondo religioso».