“Fantasie Familiari” è un omaggio alla famiglia e alla città natale. Anna Rossi, artista gorgonzolese, nelle pieghe della vita rende tributo alle sue origini e al luogo natio attraverso un’esposizione che raccoglie il passato e il presente in una tavolozza di colori e emozioni.
“Un rito propiziatorio”
Un progetto che ha preso forma nella mente di Anna Rossi al compimento di un traguardo importante della sua vita. Uno spartiacque tra un prima e un dopo. Innovativo e foriero di belle idee.
«Ho pensato di rendere significativo il compimento dei cinquant’anni attraverso una mostra capace di raccontare la mia formazione e portatrice di ringraziamenti alla mia famiglia e alle mie origini – ha esordito Anna Rossi – Una sorta di rito propiziatorio dove inserire una serie di riflessioni da fruire nella leggerezza delle opere».
Una narrazione in cui si sottolinea il valore della famiglia e dell’ambiente, di quanto essi abbiano inciso sulla crescita personale e professionale.
«Questo percorso – ha sottolineato – mi ha permesso di creare un curriculum visivo nel quale le mie opere hanno cercato di legittimare tutte le esperienze extra curriculari come, solo per citarne alcuni, la formazione estetica al di fuori dei dogmi dell’insegnamento e il mondo delle emozioni, parti fondamentale del mio pormi quotidianamente e del mio essere».
Astratto e figurativo
Il titolo “Fantasie Familiari” è un tributo alle fantasie che popolano la casa dell’infanzia e i tessuti che ne sono l’espressione più creativa. Astratto e figurativo si parlano, si mescolano e danno vita a nuove forme, nuove geometrie, nuovi disegni e nuovi colori. Un mix di lavori all’uncinetto, tovaglioli, abiti, cravatte, cartoline, fotografie. Ricordi.
«Nell’opera fatta a quattro mani con mia madre, ‘I tuoi mille pensieri’, mille cerchi multicoloriche di volta in volta si possono comporre diversamente generando forme diverse a seconda dei luoghi e delle occasioni – ha spiegato Anna Rossi – Ho pensato di“condensare” alcuni materiali quotidiani in opere capaci di trattenere nel tempo un’idea del significato emotivo che questi oggetti portano su di sé, al pari di simulacri intrisi di ricordi o navicelle spaziali che attraversano le generazioni. Gli oggetti si deteriorano mentre l’arte spero abbia la forza di continuare a parlare di chi c’è stato, di tutte le esistenze che hanno fatto la differenza del nostro universo personale».
Ricordi nel tempo e nello spazio
“Ritratto di famiglia” è un intreccio di mani. Emblematico e carico di significato. Immortala istanti di vita che sono per sempre.
«Chiedere ai componenti della mia famiglia di stringere la mano dell’altro era anche un mettere alla prova il grado di intimità di cinque persone oramai adulte – ha spiegato Anna Rossi – Volevo sentire la mano dei miei genitori e dei miei fratelli intrecciarsi con la mia e volevo che si toccassero tra di loro, in un’ultima stretta, ritrovare la mia parte di bambina e quel tempo lontano dove l’essere prese per mano significava la certezza di venire protette da ogni pericolo. ho compiuto il mio grande desiderio di sentire la mia famiglia attraverso la loro carne, al di là delle parole».
Anna Rossi guarda al futuro con progetti che non sono ancora definiti. Piccole scatole che racchiudono pensieri inesplorati.
«Non ho ancora nuovi progetti definiti, ma l’augurio è stato quello di non smettere mai di sentire la vita nelle piccole cose di ogni giorno – ha concluso Anna Rossi – e di continuare a credere che la fantasia è uno strumento potente capace di donare grandi benefici sia a chi crea che a tutti quelli che la vorranno condividere».
Augusta Brambilla