Stefania Zito, salentina di nascita e inzaghese di adozione, è un’attrice italiana che ha fatto della passione per la recitazione la sua professione. Un percorso di formazione, tra l’Italia e gli Stati Uniti, l’ha portata, nel 2020, a ricoprire il ruolo di Morena nell’ultimo film “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati.
Arte e vita
Stefania Zito si forma all’Accademia Sociale Teatrale di Melegnano, sotto la direzione dell’attrice e regista Lucia Pozzi, e frequenta alcuni corsi di teatro d’avanguardia a Milano.
«La passione per la recitazione è nata negli anni delle Scuole Medie, grazie alla mia insegnante di Educazione Fisica che, all’ epoca, si occupava di teatro danza e faceva parte del gruppo Rodari – ha dichiarato Stefania Zito – Lei mi ha iniziato a questa meravigliosa passione per la recitazione, che oggi è la mia professione».
Si trasferisce a New York per tre anni dove frequenta la “Neighborhood Playhouse School of the Theatre” con la tecnica Maisner e il “Bard College” con corsi di perfezionamento nelle arti performative come il canto, il teatro e la danza.
«A New York ho scritto e realizzato lo spettacolo “Inhale Exhale” che ho avuto la possibilità di produrre presso un teatro Off Broadway e uno a Manhattan – ha proseguito Stefania Zito – Al mio rientro a Milano ho lavorato con alcune realtà di “Teatro Ragazzi” e ho iniziato diverse collaborazioni: con Paolo Rossi, con Giulio Cavalli e con Giorgio Felicetti per un progetto teatrale di denuncia ‘Vita di Adriano’».
A Inzago nel 2015 apre “Spazio Lab 36” che propone corsi di recitazione e seminari di arti espressive rivolti a ragazzi e adulti, partecipando al “Playwriting Festival” e al Festival “Portici in Teatro-Premio Nazionale teatrale”, per il quale una nomination come miglior regia allo spettacolo “Un nido quasi perfetto” e un premio della critica come miglior attrice monologhista femminile.
Un sogno che è diventato realtà
Stefania Zito, negli ultimi anni, riprende la sua attività di formazione professionale partecipando a un cortometraggio diretto da Pupi Avati e frequenta la CS Cinema Milano, una scuola di formazione cinematografica. Nel 2020 Pupi Avati la sceglie per il ruolo di Morena, una delle domestiche della famiglia Sgarbi, nel film “Lei mi parla ancora” accanto ad attori storici quali, solo per citarne alcuni, Renato Pozzetto, Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Fabrizio Gifuni, Nicola Nocella, Isabella Aragonese, Lino Musella, Alessandro Haber e Gioele Dix.
«Il set è stata un’esperienza incredibile, sia professionalmente che umanamente – ha spiegato -Pupi Avati è un uomo straordinario, un regista di grande sensibilità e sapienza, e avere la possibilità di fare parte di questo progetto è stato un sogno realizzato. Come battesimo sul set, avere l’onore di essere diretti da un grande maestro che questo mondo lo conosce e lo sa raccontare molto bene, per me, è stato un grandissimo momento formativo e, conoscere la storia dei coniugi Sgarbi e poterla restituire al pubblico, una grande emozione. L’amore tra Nino e Rina è una storia delicata, lunga 65 anni. Un amore immortale che è sopravvissuto al tempo e all’ultimo respiro della vita, un amore dove la parola “per sempre” si è compiuta».
Palcoscenico di vita
Il mestiere di attore affascina e intriga. Uno, cento, mille personaggi con anime e sfumature diverse, in tempi e luoghi della memoria lontani e attuali.
«Il mio consiglio, a chi vuole intraprendere questa professione, è di non smettere mai di studiare, leggere, formarsi, informarsi, essere curiosi, conoscere e esplorare – ha continuato Stefania Zito – In quanto un attore racconta storie, e per poterlo fare, bisogna conoscere il più possibile e, citando il Maestro Pupi Avati, è importante ‘Non smettere mai di sognare perché è meglio morire con un sogno non realizzato che senza sogni’».
Stefania Zito guarda al futuro con rinnovato slancio e interesse, sia per la propria carriera che per la sua Scuola di formazione. «Sono un po’ scaramantica – ha concluso – Ho alcuni progetti in ambito cinematografico e, con Spazio Lab 36, mi sto impegnando per la realizzazione di nuovi progetti, sia teatrali che cinematografici, da portare sui palcoscenici dei vari festival».
Augusta Brambilla