Priorità vaccinale ai sindaci: Micheli contrario, Cosciotti apre una riflessione

Un ordine del giorno approvato alla Camera prevede di inserire i sindaci tra le categorie prioritarie. Contrario il presidente ANCI Antonio Decaro

vaccini gessate
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Ha aperto un’ampia discussione l’ordine del giorno presentato da alcuni parlamentari PD e approvato giovedì 11 marzo dalla Camera dei Deputati che prevede di inserire i sindaci, nella loro funzione di autorità sanitarie locali, tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione Covid-19. «I sindaci – si legge nell’ordine del giorno – che peraltro hanno già pagato un prezzo altissimo sul fronte dell’emergenza Covid» e che «per il tipo di attività e funzione sono sono sicuramente da considerare tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contrare il Covid».
A stretto giro è arrivatala risposta del sindaco di Bari e presidente ANCI Antonio Decaro, che ha declinato l’invito. «Alcuni parlamentari, con un ordine del giorno approvato alla Camera, chiedono di inserire i sindaci tra le categorie ammesse prioritariamente alla vaccinazione in qualità di autorità sanitarie locali – ha scritto – Li ringraziamo, ma ci sono tante categorie di lavoratori esposte e persone fragili che dovrebbero essere vaccinati prima di noi».

Due posizioni diverse

Una proposta che ha diviso e anche tra i sindaci non tutti sembrano pensarla allo stesso modo. In Martesana Paolo Micheli (sindaco di Segrate) e Ivonne Cosciotti (sindaco di Pioltello), sull’argomento hanno una diversa sfumatura di pensiero, concordando entrambi però sulla necessità di concludere il prima possibile la vaccinazione per le persone fragili.
Il Sindaco Paolo Micheli durante il giuramento

«La proposta della Camera di vaccinare i sindaci in qualità di autorità sanitaria locale non mi piace – ha scritto Paolo Micheli – Perlomeno se i sindaci in questione non sono anziani o non fanno parte di categorie a rischio. Fossimo su una nave il comandante sarebbe l’ultimo a vaccinarsi. Sarà così anche a Segrate. Ho 46 anni e sono in salute. Aspetterò il mio turno come tutti. Così come ha fatto il nostro integerrimo Presidente della Repubblica. La fotografia di Sergio Mattarella in coda per la vaccinazione mi ha rincuorato: questa è l’Italia che ci deve rappresentare. Parlare oggi di vaccinare noi sindaci quando ogni giorno ricevo decine di telefonate di anziani over 80 ma anche over 90, o di persone malate, che non hanno ancora chiamato è illogico e pericoloso».

«Leggo di una polemica sui social per il fatto che si sia chiesto di mettere i Sindaci tra le categorie a rischio – ha scritto Ivonne Cosciotti – Non entro nel merito e rispetterò quanto decideranno a livello centrale. Certamente so che (a differenza della maggioranza) noi abbiamo sempre dovuto essere in prima fila per gestire l’emergenza e certamente siamo costretti a stare in situazioni di grave pericolo sanitario. Riconoscere che questo ruolo ha dei pericoli aggiuntivi e anche il fatto che il Sindaco , poiché guida una intera città, dovrebbe essere sempre ‘in prima linea’ mi sembra comunque un riconoscimento per un ruolo e una figura che non deve assentarsi nel momento del bisogno. Dopo di che, poiché non sono certo una persona che supera la fila o si erge al di sopra degli altri, avendo un padre Over 80 che ancora non è stato chiamato ( e al quale cederei volentieri la mia dose) , aspetterò il mio turno, senza polemiche continuando a lavorare».