Lanciata una petizione per commissionare le procedure della campagna vaccinale in Lombardia

La petizione propone di commissariare le attività che riguardano la campagna vaccinale in Lombardia

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

Il Presidente del Municipio 6 di Milano ed esponente del PD Santo Minniti ha lanciato una petizione su Change.org, “Subito un commissario per i vaccini in Lombardia“. La richiesta della petizione è chiara: che «il Governo Draghi nomini un commissario che garantisca una veloce ripresa e la salute dei cittadini lombardi». Nella descrizione della petizione si legge:«La Lombardia è la prima regione italiana per numero di vittime Covid, ma è tra le ultime (quartultima) per percentuale di vaccini somministrati». Minniti ha richiesto un intervento puntuale: «I cittadini ci scrivono disperati, non possiamo più aspettare».

Vaccini in Lombardia: rallentamenti ed errori nelle convocazioni

La petizione non sorge dal nulla: nelle ultime settimane i sistemi di convocazione per ricevere il vaccino hanno dimostrato inaffidabilità e imprecisione. A Cremona, Como e Monza, non erano stati contattati la maggior perte di coloro che dovevano essere vaccinati. Milano poco prima si era trovata in una situazione opposta: erano state convocate 900 persone anziché 600. Fontana aveva quindi chiesto ad Aria, società responsabile delle convocazioni, «di fare un passo indietro», confermando di voler azzerarne tutte le cariche  in caso contrario.

Draghi in Senato riprende alcune Regioni per l’attuale «situazione inaccettabile» 

Nel mentre, in vista del Consiglio europeo previsto per il 25 e il 26 marzo, il Presidente del Consiglio Draghi è intervenuto in Senato, dove ha dichiarato che «persistono importanti differenze regionali che sono molto difficili da accettare». Infatti, se alcune Regioni «seguono le indicazioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».