Il mondo diventa sempre più piccolo, tanto che un incendio a Strasburgo, città che sembra essere così lontana da noi, ha, tra le tante cose, avuto conseguenze nella vita di alcuni cittadini della Martesana, che si sono ritrovati il sito della propria biblioteca inattivo. L’incendio ha infatti reso inaccessibile il sistema bibliotecario cubinrete.it per un giorno intero. Bloccati anche i siti di alcuni Comuni nel resto d’Italia
L’incendio
Nella notte tra il 9 e il 10 marzo un incendio ha colpito 4 aree del datacenter di Strasburgo di OVH. All’interno del datacenter erano presenti anche i server di Cubinrete, rete di biblioteche pubbliche di cui fanno parte, tra i tanti, i Comuni di Vimercate, Cassano D’Adda, Gessate, Gorgonzola, Inzago, Pessano con Bornago, Pioltello e Segrate. I server della rete bibliotecaria si trovavano nell’unico edificio rimasto intatto (SBG4) al quale per diverse ore è stata tolta l’energia elettrica in via precauzionale. I server fuori uso non hanno permesso l’utilizzo del catalogo e di altri servizi online, ora funzionanti.
Il sistema è stato ripristinato il giorno seguente
L’11 marzo Cubinrete annuncia sulla sua pagina Facebook: «Siamo tornati online»; già da ieri infatti sono stati ripristinati i sistemi ed è possibile usufruire nuovamente del catalogo e di altri servizi sul sito cubi.medialibrary.it.
L’OVH di Strasburgo, bloccati anche il sito del governo francese e di alcuni Comuni italiani
L’incendio che ha colpito la società OVH, tra le più importanti del settore tecnologia in Francia, ha bloccato diversi siti online, tra cui anche il sito del governo francese. La società possiede 250mila server, offre il proprio servizio di hosting a circa 1,5 milioni di clienti in 17 Paesi (tra cui Italia, Francia, Germania, ma anche Canada, Polonia, Stati Uniti). Le fiamme hanno danneggiato tre dei quattro edifici, senza vittime o feriti. In Italia il danno ha coinvolto alcune istituzioni lungo tutta la penisola: Pavia, Cattolica, Trapani sono solo alcuni dei comuni che, come Cubinrete, si sono ritrovati con i propri siti in “down”.
Giada Felline