Si è dimessa dal Consiglio comunale Loredana Verzino, capogruppo di Cologno Solidale e Democratica. Votata da 256 cittadini e cittadine durante l’ultima tornata elettorale, risultando così la consigliera di opposizione che ha ottenuto il maggior numero di preferenze, Verzino non si è dimessa per problemi di natura politica, ma per attuare il principio di rotazione. Al suo posto in Consiglio entrerà Andrea Arosio (195 preferenze alle ultime elezioni), giovane con in tasca una laurea in Scienze internazionali e laureando magistrale in Politiche pubbliche, che si è avvicinato alla politica locale e a Cologno Solidale e Democratica in occasione della scuola di formazione – “Conoscere per deliberare” – organizzata dalla lista civica.
Come ha interpretato il suo ruolo
Loredana Verzino, con un comunicato, ha ripercorso il suo impegno politico tra i banchi del Consiglio comunale durato 6 anni e partito con la candidatura a sindaco nel 2015.
«Voglio ringraziare il gruppo di lavoro che mi ha supportato in questi sei anni di presenza nel Consiglio – ha scritto – Ci sono due modi per svolgere il ruolo: partecipare alle sedute senza intervenire, limitandosi a schiacciare un bottone, oppure (senz’altro più faticoso ma giusto e anche interessante) conoscere, studiare e analizzare fatti, atti, incontrare persone con problematiche e bisogni non risolti da chi governa. Questo è quello che i cittadini che rappresenti si attendono da te. Sempre con un atteggiamento di ascolto e confronto, qualche volta anche duro e conflittuale, continuo. Il controllo della funzionalità della macchina comunale che come “Amministratori” di opposizione è demandata dalla legge. Il tutto si può riassumere in una funzione di stimolo sul lavoro di chi governa e di controllo della legittimità degli atti».
L’ormai ex Consigliere comunale non ha risparmiato una stoccata all’attuale maggioranza, puntando il dito contro quello che ritiene il suo modo di gestire il potere. «In questi anni ho assistito molto spesso a una deriva dell’attuale maggioranza a trazione leghista – ha proseguito – a forme di autoritarismo e gestione arrogante e poco partecipativo del potere».