È ormai trascorso un lunghissimo anno da quando Patrick Zaki è stato arrestato. Studente presso l’Università di Bologna, la sua unica colpa è stata quella di tornare a casa per le vacanze, in Egitto. Prelevato in aeroporto, è stato subito incarcerato. Più tardi gli verrà detto perché: diffusione di notizie false e adesione ad un gruppo terroristico. Accuse assurde, che fanno riferimento a dei post su Facebook che il ragazzo non ha mai scritto. A distanza di un anno, è stato lanciato un appello per la sua libertà.
Dare la cittadinanza italiana a Patrick, una richiesta sottoscritta dai molti sindaci
Una richiesta corale, partita da Bologna, che ha raggiunto un’ampia adesione: poter dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki; questo garantirebbe l’impegno dell’Italia e dell’Europa per la ricerca di un’azione risolutiva.
Sono molti i primi cittadini che oggi si sono uniti alla richiesta di cittadinanza per il giovane studente, tra cui alcuni della Martesana. A Cernusco, dove era stata riconosciuta la cittadinanza onoraria al giovane studente, il sindaco Ermanno Zacchetti risponde attivamente all’appello, chiedendo «il ritorno al più presto di Patrick dai suoi familiari e amici». «Auspico che l’Italia chieda con forza il rispetto dei diritti umani – ha dichiarato Ivonne Cosciotti, sindaco di Pioltello – Nessuno può essere condannato perché pensa e immagina un mondo diverso». Molto sentito anche l’appello di Paolo Micheli, sindaco di Segrate. «Zaki è nostro fratello, figlio, amico e deve essere libero. Libertà e Verità, per Patrick, per la civiltà. Lo rivogliamo presto a casa, in Italia».
Giada Felline