I sindaci della Martesana uniti per la didattica in presenza

I Comuni chiedono una riorganizzazione delle misure adottate nel campo dell’istruzione, perché se la DAD «è stata un valido strumento per la prima fase d’emergenza, ora mostra tutti i suoi limiti».

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La didattica in presenza supera gli steccati ideologici e unisce i sindaci dell’hinterland milanese e della Martesana. La richiesta che i primi cittadini fanno a Regione e Governo centrale è diretta: mettere in campo soluzioni per una una didattica in presenza costanteUna questione di priorità insomma, messa in evidenza anche dai genitori di molti Istituti del territorio il 19 gennaio, quando la Lombardia era ancora zona rossa, e superiori, seconde e terze medie facevano lezione davanti ad un computer.

La richiesta di scuole e genitori

Con un’istanza, infatti, la Componente Genitori dei Consigli di Istituto e Associazioni e Comitato dei Genitori delle scuole dell’hinterland milanese hanno avevano chiesto il ripristino delle lezioni in presenza delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado.

Nel documento i genitori evidenziavano l’illegittimità della DAD in zona rossa dichiarata dal TAR della Lombardia, sottolineando come per gli studenti delle medie il rischio assembramenti sui mezzi di trasporto non si pone, visto che spesso sono accompagnati «a piedi e/o in auto a scuola dai genitori e/o da persone di riferimento».

I sindaci della Martesana per la didattica in presenza

Domenica 24 gennaio la Lombardia, dopo l’ affaire dei dati sbagliati, era già in zona arancione, con il conseguente ritorno tra i banchi degli alunni di seconda e terza media e al 50% quelli delle superiori, quando 108 sindaci dell’hinterland milanese – tra cui quelli della Martesana – hanno deciso di scrivere in ogni caso una lettera per chiedere ritorno stabile alla didattica in presenza delle ragazze e dei ragazzi.

«Il cambio di colore della nostra regione non modifica in alcun modo le nostre richieste, l’incertezza in cui ci stiamo muovendo in questo momento, non cancella il rischio di un rientro in zona rossa e le criticità che continuiamo a vivere» hanno scritto i sindaci, sottolineando come siano sempre maggiori i segnali allarmanti sulla dispersione scolastica e sulle conseguenze psicofisiche della didattica a distanza.

Da qui la richiesta dei primi cittadini di aprire una riflessione e di considerare come fondamentale la didattica in presenza. «I nostri ragazzi – hanno concluso nella lettera – sono il nostro futuro, meritano attenzione, ascolto e noi dobbiamo loro la certezza di fare ogni sforzo possibile per garantire un futuro migliore, qualsiasi saranno le prove a cui questa emergenza sanitaria ci chiamerà». 

I sindaci firmatari della Martesana

Tutti i sindaci della Martesana hanno firmato la lettera: sindaco di Bellinzago, Angela Comelli; sindaco di Bussero, Curzio Rusnati; sindaco di Cambiago, Laura Tresoldi; sindaco di Carugate, Luca Maggioni; sindaco di Cassano d’Adda, Roberto Maviglia; sindaco di Cassina de’ Pecchi, Elisa Balconi; sindaco di Cernusco sul Naviglio, Ermanno Zacchetti; sindaco di Cologno Monzese, Angelo Rocchi; sindaco di Gessate, Lucia Mantegazza; sindaco di Gorgonzola, Angelo Stucchi; sindaco di Inzago, Andrea Fumagalli; sindaco di Liscate, Lorenzo Fucci; sindaco di Melzo, Antonio Fusé; sindaco di Pessano con Bornago, Alberto Villa; sindaco di Pioltello, Ivonne Cosciott; sindaco di Pozzuolo Martesana, Silvio Lusetti; sindaco di Rodano, Roberta Maietti; sindaco di Segrate, Paolo Micheli; Sindaco di Settala, Andrea Carlo; sindaco di Trezzo sull’Adda, Silvana Centurelli; Sindaco di Trucazzano, Franco De Gregorio; sindaco di Vaprio d’Adda, Luigi Fumagalli; sindaco di Vignate, Paolo Gobbi; sindaco di Vimodrone, Dario Veneroni.

Giada Felline