Giulia Santambrogio, classe 1996, brugherese, è una giovane donna che ha fatto della sua passione per l’arte e l’amore per la natura un progetto di impegno civile contro l’inquinamento ambientale. Nel suo quartiere, in via Aldo Moro, ha dato vita al progetto “Via Aldo Moro. Il Boscone e i sentieri”, un libretto di fotografie racchiuso in una scatola e adagiato sulle panchine, a disposizione di tutti, con l’intento di narrare e sensibilizzare la reale condizione di degrado.
Consapevolezza e impegno
Giulia Santambrogio, laurea in Discipline della Valorizzazione dei Beni culturali all’Accademia di Brera, ha deciso che non era più possibile restare ferma a guardare come un angolo del suo quartiere si fosse degradato senza mettersi in azione.
«Quando mi sono accorta che quello che vedevo non mi piaceva è stato quasi naturale trovare un modo per agire, fare un primo passo verso un cambiamento, lasciare un segno della mia presenza e della mia partecipazione e lanciare una provocazione alle persone – ha dichiarato Giulia Santambrogio – Il progetto è nato perché in un momento come questo, in cui si è costretti a stare in casa e al tempo stesso iperconnessi con il mondo, ho voluto creare una connessione reale con la mia città, anzi con il mio quartiere in una dimensione locale circoscritta legata al mio vissuto».
E tra le passeggiate lungo la via e l’attenzione ai numerosi sacchetti di plastica sugli alberi e nelle aiuole è nata l’idea di fotografare il paesaggio contaminato e portarlo a conoscenza di tutti.
«L’inquinamento agisce anche sul piano visivo e per ciò ho voluto documentare quello che si presentava ai miei occhi- ha spiegato Giulia Santambrogio -In una sola uscita ho catalogato tutti i sacchetti che incontravo sul mio cammino, inoltrandomi nelle stradine che costeggiano i campi e attraversano gli orti».
Un invito al cambiamento
L’installazione “Il Boscone e i sentieri” è composta da 40 fotografie che sono state scattate il 22 febbraio 2020 per tutta la lunghezza della striscia di natura che costeggia la via Aldo Moro, dal lato verso i campi. Nasce anche dal confronto con Milena Sangalli, sua insegnante alle Scuole Medie, che l’ha aiutata a ripercorrere nel tempo la bellezza di quella natura incontaminata.
«Nella sua memoria quel confine naturale di alberi era un piccolo bosco più fitto chiamato appunto Boscone – ha sottolineato Giulia Santambrogio – Il vero soggetto dell’installazione infatti è la via con un’indicazione più diretta verso la natura della via. Ho scattato quelle immagini e ho scelto di stamparle su di un libretto che poi ho messo a disposizione lungo la via per essere sfogliato da chiunque passasse di lì. Volevo restituire esattamente quello che il mio sguardo aveva colto così che fosse un invito a guardare anche per le persone. È stato un lavoro di sguardo, per lo sguardo e sullo sguardo».
Un blog per un futuro sostenibile
L’inquinamento ambientale è uno di quei problemi di cui se ne parla in continuazione e che invita, ogni volta, a prendere coscienza di un cambiamento che è irreversibile e che coinvolge ciascuno di noi verso un futuro più sostenibile.
«Guardare e rendersi conto della realtà che ci circonda è il primo passo per suscitare un pensiero che può trasformarsi in un’azione. Vedo che molti stanno cambiando piccole abitudini, poco per volta, soprattutto tra i giovani. Credo che l’azione del singolo possa fare molto – ha concluso – Il mio desiderio è di lasciare in via Aldo Moro un rimando fisico all’esperienza avvenuta nella settimana dal 15 al 22 Novembre e l’ideaè di creare una pagina web accessibile attraverso smartphone con un codice posto sulle panchine».
Il blog www.effimeroperenne.altervista.org di Giulia Santambrogio è un piccolo scrigno di propositi positivi e azioni concrete.
Augusta Brambilla