È morta all’età di 96 anni Lidia Menapace, ex partigiana e punto di riferimento del movimento femminista in Italia. Da alcuni giorni l’ex senatrice era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano, dove è deceduta la scorsa notte.
Politica, ma soprattutto partigiana
Nel 1964, Lidia Menapace è stata la prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano e la prima donna in giunta provinciale. Durante i moti studenteschi del Sessantotto, Menapace ha deciso di lasciare la Democrazia Cristiana, avvicinandosi agli ambienti del Partito Comunista. Durante i suoi anni come “Lettrice di Lingua italiana” presso l’Università Cattolica di Milano, pubblicò un piccolo saggio dal titolo Per una scelta marxista, che convinse l’ateneo a sollevarla dall’incarico. Dopo aver aderito a Rifondazione Comunista, nel 2006 fu anche eletta in Senato.
Più che per la sua carriera politica, però, Lidia Menapace viene ricordata soprattutto per le sue lotte per i diritti delle donne e per il suo impegno nella staffetta partigiana, durante la Resistenza.
«Lidia Menapace è stata fortemente impegnata sui temi della pace, con la Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre», ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita – antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza – sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni».
Il ricordo dell’ANPI
La notizia della scomparsa di Lidia Menapace è stata accolta con grande tristezza anche dalle diverse sezioni dell’ANPI Martesana, ognuna delle quali ha voluto ricordarla a suo modo.
«L’Italia perde oggi una delle sue partigiane combattenti – ha scritto l’ANPI di Pioltello -, una voce sempre libera, punto di riferimento della lotta per le donne, per i diritti di tutte e di tutti, per la pace».
«Ciao Lidia, ci mancherai tantissimo», ha aggiunto l’ANPI di Cernusco. «Resterai nella coscienza e nell’impegno di tutte e tutti noi».