Coprifuoco alle 22 e lockdown “morbido”. In seguito al vistoso aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane, a Milano e in tutta la Lombardia scattano nuove misure restrittive. Dopo una lunga trattativa interna alla maggioranza e l’incontro con la Conferenza delle Regioni, il Premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm, che entrerà in vigore a partire da domani – giovedì 5 novembre.
Cosa accade in Lombardia?
Vista l’attuale situazione epidemiologica, è ormai praticamente certo che la Lombardia rientrerà fra le regioni della fascia “rossa”, quella cioè a più alto rischio. Fra le principali misure che entreranno in vigore a partire da domani c’è il divieto di spostamento in entrata e in uscita dalla regione. Vietato anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione», salvo, come al solito, motivi di lavoro, di studio, di salute o situazioni di necessità.
Sospese anche tutte le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, «ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettai i protocolli». «Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22.00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
Per quanto riguarda la scuola, per gli alunni di medie ed elementari prosegue la didattica in presenza. Niente da fare invece per gli studenti delle scuole superiori, che sono costretti a tornare integralmente alla didattica a distanza.
Sospese tutte le attività di sport, sia individuali che di contatto. Resta consentito svolgere attività motoria e fisica, purché nei pressi della propria abitazione e nel rispetto dei protocolli di distanziamento sociale.
Tutte le restrizioni appena descritte avranno una durata di 15 giorni, al termine dei quali il Governo deciderà se allentare le misure o prolungare la stretta.
Tre fasce di rischio
Il nuovo Dpcm identifica tre diverse fasce – a cui per comodità sono stati dati i nomi di “verde”, “arancione” e “rosso” -, che corrispondono ad altrettanti scenari di rischio, ciascuno con misure via via più restrittive.
Ogni regione verrà classificata in una di queste fasce in base a 21 parametri. Innanzitutto, l’indice di contagio Rt, ma anche altri criteri, fra cui «l’incidenza dei casi e gravità cliniche elevate» e la pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive. A determinare la fascia in cui si colloca ciascuna regione sarà direttamente il Ministero della Salute, che monitorerà settimanalmente i dati del contagio regione per regione.
“Verde” e “arancione”
La fascia di rischio più moderata – quella “verde” – riguarderà l’intero territorio nazionale e prevede, fra le altre cose, un coprifuoco alle ore 22. I mezzi di trasporto non potranno ospitare più del 50% della loro capienza massima, mentre scuole superiori torneranno integralmente alla didattica a distanza. Ridotta la mobilità fra regioni a rischio, mentre restano chiusi nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali, ad eccezione degli alimentari e dei prodotti di prima necessità. Per quanto riguarda il settore della cultura, oltre a teatri e cinema chiudono anche mostre e musei.
La fascia “arancione” – la seconda in termini di rischio – prevede l’aggiunta di altre misure più restrittive, fra cui la chiusura di bar e ristoranti non più solo dopo le 18, ma per tutto il giorno. Restano aperti parrucchieri e centri estetici. Come per la fascia “rossa”, anche per le regioni arancioni vige il divieto di entrata e uscita dal territorio regionale, se non per motivi di comprovata necessità.