Dati e Covid: OnData chiede al Governo più trasparenza sui dati dell’epidemia

L'associazione ha scritto una petizione per chiedere che tutti i dati siano resi accessibili a tutti

Dati coronavirus
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OnData, un’associazione che si occupa della trasparenza dei dati pubblici, ha scritto una lettera aperta al Governo, dove chiede che tutti i dati sul coronavirus vengano resi accessibili a chiunque. La petizione #datiBeneComuneha già raccolto l’adesione di alcune testate giornalistiche come Open, Wired e Slow News.

L’associazione OnDAta già all’inizio dell’emergenza aveva spinto per l’apertura dei dati da parte della Protezione Civile, un’azione che si è concretizzata nella realizzazione di questa mappa accessibile da chiunque e consultabile da tutti i dispositivi.

Le decisioni si prendono in base ai dati

Positivi, contatti stretti, posti in terapia intensiva… è proprio su questi dati relativi all’epidemia che vengono prese decisioni come quella di far rientrare la regione Lombardia nella zona rossa «Vediamo di continuo decisioni prese per limitare il contagio sulla base di dati che non sono pubblici: la trasparenza è alla base di ogni democrazia! – ha scritto l’associazione nella lettera – I cittadini hanno il diritto di conoscere su quali dati e quali analisi si basano le decisioni prese dal governo per le restrizioni dei prossimi DPCM. Da questi dati dipende la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la nostra salute mentale: vogliamo che siano pubblici! E vogliamo che siano in formato aperto, perché dobbiamo permettere agli scienziati e ai giornalisti di lavorare per bene».

Cinque punti

Le richieste di OnDAta sono diverse, cinque per la precisione e sono tutte mirate all’ottenimento di una maggiore trasparenza da parte delle autorità dei dati epidemiologici. Una condotta che permetterebbe anche ai medici, agli imprenditori e a tutti i cittadini di essere a conoscenza dell’andamento dell’epidemia, basandosi su dati scientifici, e di conseguenza riuscire a prendere decisioni più consapevoli. Ecco le richieste dell’associazione:

  • rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato). Fare lo stesso per tutti i dati che alimentano i bollettini con dettaglio regionale, provinciale e comunale, della cosiddetta Sorveglianza integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati relativi ai contagi all’interno dei sistemi, in particolar modo scolastici. Tutti i dati devono riportare la data di trasmissione e aggiornamento;
  • rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato;
  • recepire nella gestione, pubblicazione e descrizione dei dati tutte le raccomandazioni della task force “Gruppo di lavoro 2 – Data collection and Infrastructure“, presenti nel documento “Analisi dei flussi e mappatura delle banche dati di interesse per la task force dati per l’emergenza COVID-19”;
  • nominare un/a referente COVID-19 su dati e trasparenza e un/a referente per ogni regione, a cui la società civile possa fare riferimento;
  • istituire un centro nazionale, in rete con omologhi centri regionali, dedicato ai dati Covid, che non solo imponga standard e formati, ma che coordini e integri nuovi sistemi di raccolta e individui le criticità in quelli esistenti.