Vimodrone
e Cernusco finiscono ancora una volta sul piccolo schermo. Nella puntata di ieri – venerdì 23 ottobre – di Striscia la Notizia, alcune attività commerciali dei due paesi sono finite nel mirino del famelico Ispettore Longinotti, «lo zelante e inflessibile censore, inviato sul campo a verificare quanto gli italiani siano “politicamente corretti”».
Durante il servizio, il comico Giuseppe Longinotti veste i panni dell’ispettore per andare a intervistare i titolari di alcune attività commerciali in Martesana. Durante le finte ispezioni, l’inviato di Striscia accusa gli esercenti di aver affisso cartelli discriminatori o “scorretti” e minaccia di multarli e riportarli alle autorità.
Le derive del “politicamente corretto”
La prima attività finita nel mirino di Longinotti è un negozio di giardinaggio, la cui titolare viene accusata di discriminazione per aver affisso il cartello “piante grasse”, un’espressione «fortemente discriminatoria». Lo stesso succede anche in un bar di Vimodrone, dove l’inviato di Striscia intima al titolare di togliere dal menù il Negramaro, «una parola fortemente discriminatoria, razzista e vessatoria». Infine, le telecamere del finto ispettore si fermano per le vie di Cernusco, dove un fruttivendolo si convince a cambiare la scritta “pomodori” in “pomodora”, così da evitare accuse di sessismo.
Obiettivo del servizio è la denuncia di presunte derive del “politicamente corretto“, che nel servizio di Longinotti vengono esasperate per osservare le reazioni di negozianti e clienti. «In un paese che ancora non ha capito cosa significhi essere politicamente corretti – recita la voce narrante all’inizio del servizio -, finalmente è arrivato qualcuno che saprà farglielo capire».