Un percorso lungo 34 Km. Dal Don Gnocchi di Pessano con Bornago alla sede centrale di Milano, in via Capecelatro. Un pellegrinaggio organizzato dal gruppo Alpini di Pessano “Beato Carlo Gnocchi” sabato 10 ottobre al quale hanno partecipato diverse persone e l’assessore alle politiche Sociali Maria Tomaselli che, insieme a tutta l’Amministrazione comunale, ha promosso l’iniziativa e coinvolto il gruppo di cammino locale.
Un momento di preghiera e riflessione, come quello che si è tenuto in paese il giorno successivo, domenica 11 ottobre, con una messa per ricordare tutti i defunti di Pessano durante il periodo del lockdown.
Il pellegrinaggio
«Andemm a truà Don Carlo»
dicono gli Alpini quando da Pessano partono a piedi alla volta di Milano. Un percorso lungo e faticoso, ma che raccoglie adesioni e interesse ormai da cinque anni. Alcuni fanno solo un pezzo del percorso, altre persone si aggiungono durante le varie tappe. Come, ad esempio, quella all’oratorio SACER di Cernusco Sul Naviglio dove i pellegrini si sono fermati per una breve pausa e una benedizione, o come quella nella sede degli alpini di Crescenzago, dove sono stati rifocillati e incoraggiati dai canti tradizionali delle penne nere.
Attraversata tutta Milano, i partecipanti sono giunti a destinazione, nella sede centrale del Don Gnocchi, dove, accolti da Don Maurizio, hanno visitato parte della struttura, ascoltato storie e aneddoti sul beato e visitato la sua salma.
Una messa per chi è venuto a mancare durante il lockdown
Uno degli aspetti più vigliacchi del Covid-19 è stato quello di non poter salutare le persone che morivano, sia per il virus che per altro, in quelle settimane. A Pessano 60 cittadine e cittadini se ne sono andati senza la possibilità di avere un funerale. Così l’Amministrazione comunale, come avvenuto anche in altri Comuni della Martesana, domenica 11 ottobre ha organizzato una funzione in loro memoria. «Un momento dovuto, sentito e partecipato» lo ha definito l’assessore Maria Tomaselli, al quale hanno partecipato circa 250 persone, comprese le famiglie dei defunti e i volontari civici che durante le settimane più dure dell’emergenza hanno aiutato la loro comunità.