Dopo la vittoria schiacciante al primo turno delle elezioni, a Cologno è iniziato ufficialmente il secondo mandato del Sindaco Angelo Rocchi. Nella giornata di oggi – sabato 10 ottobre – si è svolta davanti a Villa Casati la prima seduta del Consiglio comunale, dove il risultato netto delle urne non si è tradotto in una maggioranza compatta e decisa, anzi.
Tesauro: «saremo dei controllori»
Poco prima del giuramento ufficiale di Rocchi, a prendere la parola è stata la consigliera Gianfranca Tesauro (FdI), ex vicesindaco, che nelle scorse settimane ha aperto una polemica per la spartizione delle nomine fra le liste di maggioranza, rifiutando l’incarico di assessore.
«Tutti i componenti della vecchia giunta sono stati premiati, io compresa – ha sottolineato Tesauro – La politica però non sempre coglie i suggerimenti degli elettori. Con la maggioranza ci sarà una sincera collaborazione – ha assicurato -, ma saremo dei controllori, dei censori delle idee sbagliate».
L’impasse del Presidente del consiglio
Le frizioni nella maggioranza sono diventate ancor più evidenti durante la nomina del Presidente del consiglio comunale, su cui non si è riusciti a trovare una quadra. Le prime tre votazioni infatti, durante le quali è necessaria una maggioranza dei due terzi del Consiglio, sono andate a vuoto. La soluzione per uscire dall’impasse è stata trovata da Antonio Cirillo (Lista Di Bari – Cologno nel cuore), che si è proposto per fare il presidente del consiglio Comunale ad interim ed è stato eletto con i voti dei consiglieri di maggioranza.
Nel frattempo, dai banchi dell’opposizione sono fioccate le prime critiche.
«Non ho mai visto un Consiglio comunale dove la maggioranza non indica il suo candidato», ha attaccato il consigliere Giovanni Cocciro (Pd), che ha apostrofato Cirillo con l’espressione «presidente travicello».
«Quest’Amministrazione non è neanche in grado di proporre un presidente del consiglio comunale – gli ha fatto eco Monica Motta (M5S) – Giocano con gli interessi di un Comune che ha bisogno di essere amministrato».
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Articolo di Nicola Maselli e Gianluca Brambilla