Chi chiude piazze e vie? Questa è la domanda che da domenica 18 ottobre in molti si pongono, dopo il riferimento ai sindaci da parte del Premier Conte durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Dpcm e sparito successivamente nel testo ufficiale, dopo l’ira dei primi cittadini, a partire dal Presidente ANCI Antonio Decaro. Come si vigila sulle chiusure? Questo è invece il quesito, molto pratico, che ha spinto il sindaco di Cologno Monzese Angelo Rocchi e la collega di Cassina de’ Pecchi Elisa Balconi a scrivere una lettera al Prefetto per chiedere un coordinamento e risorse per affrontare la situazione.
C’è chi chiude e chi controlla
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa aveva espressamente dato ai sindaci la possibilità di chiudere. «I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le ore 21.00 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l’accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private».
Subito era arrivata la reazione di molti sindaci e di Decaro, che avevano parlato di scaricabarile. Nel Dpcm, firmato nella notte dal Presidente del Consiglio, il riferimento ai primi cittadini è sparito, non indicando espressamente però chi decide se chiudere o meno. Nelle ore successive, lo stesso presidente ANCI ha provato a chiarire le responsabilità in materia di controllo del territorio. «Il controllo su quelle aree (ndr.. chiuse) non lo fanno i sindaci, così come stabilito dall’ordinamento giuridico del nostro Paese. I sindaci non hanno competenza sull’ordine pubblico, la competenza è del Prefetto e del Questore» ha detto, sottolineando invece come sulle aree da chiudere la responsabilità potranno assumerla anche i primi cittadini.
Balconi e Rocchi chiedono risorse
Ma le falle potrebbero sorgere proprio nel far rispettare le chiusure, operazione che richiede risorse, mezzi e uomini. Proprio per questo motivo, Angelo Rocchi ed Elisa Balconi, insieme ad altri colleghi della Città metropolitana di Milano (tra cui Laura Tresoldi di Cambiago e Andrea Fumagalli di Inzago), hanno scritto al Prefetto per chiedere un coordinamento e un supporto in termini di risorse umane ed economiche in caso decidessero di chiudere vie e piazze.
«Considerato che nella maggior parte dei nostri comuni i turni lavorativi delle nostre Polizie Locali si concludono prima delle ore 21.00 – si legge nella lettera – diviene difficoltoso controllare in tal senso il territorio durante le ore serali e notturne».
Per questo motivo i firmatari hanno chiesto al Prefetto un aiuto .«Chiediamo formalmente un supporto concreto di nuove risorse umane sui nostri territori e risorse economiche per poter fronteggiare il lavoro straordinario dei nostri agenti di Polizia Locale».