Domenica 20 e lunedì 21 settembre siamo chiamati esprimerci sulla modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in merito al taglio dei parlamentari. I cittadini, una volta entrati nella cabina elettorale, dovranno rispondere al seguente quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?’”. Si tratta di un referendum confermativo, ciò significa che chi vorrà tagliare il numero dei parlamentari dovrà barrare la casella del Sì, mentre chi non vuole alcuna modifica opterà per il No. Per questo tipo di referendum non è necessario raggiungere un quorum, perciò il quesito verrà confermato o respinto in ogni caso.
Cosa voteranno i sindaci della Martesana?
Furoridalcomune.it ha deciso di contattare i Sindaci di Pioltello, Cernusco, Pessano con Bornago, Carugate e Cassina de’ Pecchi per cercare di per capire meglio come si pongono i primi cittadini della Martesana rispetto a questo referendum.
Dalle domande è emerso che tutti i Sindaci interpellati, di diverse filosofie di pensiero politico, voteranno per il No, anche se alcuni dichiarano di comprendere la scelta dei cittadini di votare per il Sì. L’unica a non voler confidare la propria scelta di voto è stata la Sindaca di Cassina de’ Pecchi Elisa Balconi che, come ha comunicato il suo staff, ha preferito non esporsi e rimanere concentrata su altri impegni della sua Giunta.
«Probabilmente voterò No – ha dichiarato Ivonne Casciotti, Sindaca di Pioltello –, ma capisco chi vorrà votare per il Sì. C’è bisogno di un cambio di rotta e appoggiare il taglio potrebbe essere un messaggio alle istituzioni per far capire loro che c’è qualcosa che non va. Tuttavia, non è detto che questa sia la giusta via per volere un cambiamento».
Secondo il Sindaco di Cernusco Ermanno Zacchetti «entrambe le posizioni hanno delle verità all’interno, ma un taglio lineare senza una visione più ampia non ha senso. Se l’obiettivo è quello di ridurre i costi, potevano essere vagliate altre opzioni». Della stessa idea anche il primo cittadino di Carugate, Luca Maggioni: «Non sono contrario a un alleggerimento dei parlamentari, ma dietro a un taglio bisogna avere una finalità, questo è il vero tema. La proposta di Renzi del 2016 almeno era legata a una visione, a una trasformazione. Qui non si sa che trasformazione ci sarà».
Anche il Sindaco di Pessano con Bornago Albero Villa ha preso come esempio il referendum del 2016 voluto da Renzi, ma torna indietro fino a quello del 2006: «Delle opzioni proposte dal 2006 a oggi, quest’ultima è la peggiore perché non tiene conto di tutte le attività connesse. Si dice che il taglio dei parlamentari vada a indebolire la famigerata casta, ma se dovesse vincere il Sì, la casta sarà ancora più casta. La gente non vota per ridurre il numero dei parlamentari, la gente vuole diminuire i privilegi. Siamo sicuri che un taglio lineare comporti meno privilegi? I pochi che rimarranno avranno più responsabilità, dovranno lavorare di più e chiederanno più staff. Questo non taglierà i costi diretti. Inoltre – ha aggiunto Villa – con meno parlamentari i partiti avranno più presa e più controllo, per non parlare dell’instabilità del potere legislativo che si creerà».
Cosa prevede il taglio dei parlamentari
La legge prevede una riduzione dei seggi in entrambe le Camere: dagli attuali 630 deputati alla Camera si passerebbe a 400, mentre i 315 senatori diventerebbero 200 (e non più di cinque senatori a vita). Parliamo di un taglio complessivo di 345 parlamentari e questo vale anche per i parlamentari eletti nella circoscrizione estero, che diventerebbero 12 dagli attuali 18.
L’Italia, oggi, con 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, ha un rapporto di 1 eletto ogni 64 mila persone. Con la riforma e, quindi, con 600 parlamentari, la rappresentanza diventerebbe di 1 parlamentare per 101 mila abitanti. Come spiega Pagella Politica, con un taglio di 345 parlamentari tra Camera e Senato, i risparmi sarebbero di 81,6 milioni di euro ogni anno, anche se questa cifra non tiene conto dei possibili risparmi che avrebbero le due Camere per il semplice fatto di dover ospitare 345 persone in meno.