A Bussero, la casa dell’acqua di Viale Europa è un punto di ritrovo per molti cittadini: un luogo in cui scambiare due chiacchiere mentre si riempiono le bottiglie, per esempio, ed è anche un ritrovo per ragazzi che riempiono i pomeriggi ancora scarichi di compiti in giro per il paese.
«La casa dell’acqua è stata la prima opera pubblica che ho inaugurato appena sono diventato sindaco – ha affermato il primo cittadino Curzio Rusnati –. È rimasta intonsa per 7 anni, ora invece è stata distrutta da alcuni delinquenti».
I danni
L’edificio è stato scelto come passatempo da alcuni vandali, che hanno danneggiato la struttura e hanno completamente sfondato la porta sul retro. «Finché dei ragazzini ci passano il pomeriggio e sporcano un po’ è un conto, ma se dei vandali distruggono la casa, la gente non si sentirà più sicura e non si recherà più a fare rifornimento – ha continuato il primo cittadino di Bussero –. Purtroppo è difficile capire chi sia stato, ma sicuramente si tratta dei vandali del venerdì sera che rientrano dalle loro serate. Si tratta di ragazzini minorenni che rientrano dalla metropolitana dopo aver fatto serata. La situazione non è nuova e già da tempo stiamo cercando di pattugliare maggiormente le vie del paese, ma non è sempre facile. Per questo sto pensando a un’azione più territoriale che comunale» ha aggiunto Rusnati.
Lotta al vandalismo
Quest’estate l’amministrazione ha installato telecamere in aree del paese soggette a vandalismi. Anche la casa dell’acqua sarà munita di telecamere di sorveglianza in modo da tenere sotto controllo l’area. Secondo Curzio Rusnati la casa dell’acqua è stata presa di mira dai ragazzi perché «si sono sentiti protetti. Ora, se dovesse succedere ancora, per lo meno potremo identificarli».
Questa, tuttavia, per Rusnati non può essere l’unica soluzione. La più immediata forse, ma non l’unica. «Sto pensando a un progetto più ampio – ha dichiarato il sindaco – a un progetto territoriale, non solo comunale. Questi atti vandalici si verificano a Bussero, come a Pessano, come a Cassina. Non possono occuparsene solo le amministrazioni o le forze dell’ordine. Ci vuole un lavoro di squadra, perché questo non è più solo un tema, è diventato un problema! E la comunità deve occuparsene».