Lockdown e violenza sulle donne: l’attività della rete V.I.O.L.A.

Da marzo a maggio si sono rivolte al centro 48 nuove donne

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Gli sportelli del Centro antiviolenza V.I.O.L.A., Valorizzare le Interazioni per Operare come Laboratorio Antiviolenza hanno continuato a svolgere la loro attività di ascolto e sostegno delle donne in difficoltà anche nel periodo di emergenza da Coronavirus. Sono 48 le nuove donne che si sono rivolte al Centro da marzo a maggio, mentre è continuata l’attività di assistenza e supporto delle donne che già in precedenza erano seguite.

Una rete di solidarietà 

La rete Antiviolenza Adda Martesana V.I.O.LA nasce nel 2017 e coinvolge 28 Comuni dell’area sud-est dell’hinterland milanese, con Melzo come Comune capofila. Al protocollo aderiscono, oltre ai soggetti istituzionali, anche altri 41 soggetti del territorio tra cui associazioni, cooperative sociali e sindacati. 

Il Centro antiviolenza V.I.O.L.A. nasce a maggio del 2018 e garantisce uno spazio di ascolto e accoglienza in un contesto dove è assicurata la riservatezza e, se espressamente voluto, in cui sono rispettati i tempi della donna nella scelta dei passi da compiere per prendere le distanze dalla condizione di violenza e riappropriarsi del proprio futuro. Le sedi del Centro antiviolenza sono a Cassano d’Adda, Melzo e Cernusco sul Naviglio.

Un accesso costante al servizio

Il Centro antiviolenza V.I.O.L.A ha modificato, nei mesi da marzo a giugno, l’attività rendendosi disponibile al pubblico telefonicamente o via email o attraverso la piattaforma di comunicazione digitale. Ha mantenuto i contatti delle donne già seguite con ascolto/colloqui telefonici e sostegno legale/ psicologico tramite Skype. 

«Alle 48 donne è stato dedicato uno spazio di ascolto e di definizione di un proprio percorso – ha dichiarato Lorena Trabattoni, Responsabile dell’Ufficio di Piano Ambito Territoriale Distretto 5- Sono state messe in protezione 6 donne, di cui 3 con figli minori, con la complessità di gestire il tema della protezione dalla situazione di violenza e la tutela della salute. Un dato significativo in termini di coesione di rete, perché diversi invii sono stati fatti dalle Forze dell’ordine e dai servizi territoriali».

Nei mesi di Marzo e Aprile si è avuto un calo dei contatti per la difficoltà delle donne di potersi muovere liberamente e poter comunicare senza essere controllate. Con la metà di giugno, anche con il diffondersi attraverso la comunicazione locale e nazionale della possibilità per le donne di accedere al centri anti violenza, in quanto riconosciuto come servizio essenziale, le chiamate e gli incontri sono ripresi in modo regolare.

«Questa fase critica è stata anche stimolo per trovare modi nuovi di coinvolgere il territorio in quanto risorsa e di rinforzare i legami che consentono al Centro antiviolenza di essere effettivamente un servizio per la comunità e di poter essere di supporto e supportato nella gestione di situazione sempre complesse – ha proseguito Lorena Trabattoni – Anche l’attività delle volontarie che collaborano con il centro è stata preziosa, in quanto ha permesso di svolgere un compito di distribuzione/invio del materiale informativo presso le farmacie e alcuni negozi locali».

Contrastare la violenza di genere significa anche promuovere l’esercizio del ruolo attivo della cittadinanza, coinvolgendo i diversi soggetti presenti sul territorio «Crediamo che tutti, nei propri ruoli, siamo chiamati a tenere alta l’attenzione su questo tema, nessuno è esonerato: nell’ambiente familiare, di lavoro, amicale, sociale – ha concluso Lorena Trabattoni – Solo con una condivisione di responsabilità e in un’ottica di squadra è possibile costruire una comunità coesa e in salute»

Augusta Brambilla