«Eravamo pronti da tempo alla realizzazione della pista ciclabile. Ora anche Pessano è pronta a procedere ed entro l’autunno cominceremo la fase di appalto. Contiamo di investire 280 mila euro sul progetto»
. Così il Vicesindaco di Bussero, Massimo Vadori, ha introdotto l’argomento sugli investimenti da destinare alla pista ciclabile che unirà Bussero a Pessano con Bornago. Il collegamento tra i due paesi avverrà lungo la strada provinciale 120 e attraverserà il torrente Molgora.
Il consiglio comunale ha approvato la variazione al bilancio di previsione per il triennio 2020-2022 e ora non c’è più nulla che possa fermare il progetto della pista ciclopedonale.
Si tratta di un grande progetto che interessa tutto il paese: infatti, la pista ciclabile, non solo collegherà i due paesi, ma si integrerà all’interno del tessuto stradale cittadino e terminerà alla stazione della metropolitana, permettendo un accesso sicuro e alternativo all’automobile per chi vive distante dalla metropolitana.
Confermata la previsione delle tempistiche: «entro l’autunno dovrebbero pervenire tutte le autorizzazioni da parte della Città Metropolitana di Milano – ha proseguito Vadori – in quanto la realizzazione della pista ciclabile coinvolge un tratto di strada provinciale, dopo di che dovrebbe cominciare la fase di appalto».
Da dove arrivano i soldi?
Il Vicesindaco ha illustrato dettagliatamente la provenienza di questi 280 mila euro «I soldi sono stati prelevati dall’avanzo amministrativo del 2019. Complessivamente nel 2019 siamo riusciti ad accumulare 3 milioni 887 mila euro»
Di questi 3 milioni e 887 mila euro, circa 500 mila non possono essere spesi, in quanto devono essere accantonati, ma circa 1 milione e 963 mila euro sono destinati a eventuali investimenti.
Negli ultimi anni il comune di Bussero ha sempre goduto di ottima salute, questo ha fatto sì che oggi sia in grado di sostenere degli investimenti senza dover ricorrere a prestiti.
«Queste variazioni del conto capitale, come quelle del consuntivo, hanno avuto il parere favorevole dell’organo di revisione contabilità il 29 giugno – ha concluso Vadori prima della votazione – e quindi sono licenziabili»
Elisa Pancaldi