Primo premio alle fotografie di una famiglia di Cassina durante il lockdown

Gianluca Colonnese è arrivato primo nel concorso internazionale MIFA, con il reportage "In the red zone. An Italian family in quarantine"

Photography Equipment Concept
categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

Il rito della spesa una volta a settimana, la televisione accesa su una delle dirette di Conte, una torta appena sfornata: sono le immagini del reportage In the red zone. An Italian family in quarantine che raccontano la quarantena della famiglia di Gianluca Colonnese, fotografo che vive a Cassina de’ Pecchi e che ha ricevuto l’oro per il Moscow International Foto Awards, nella sezione People.

La fase 1 di una famiglia italiana in quarantena

Quel che ha colpito la commissione del MIFA – un concorso che ogni anno premia il talento dei fotografi provenienti da ogni angolo del globo per poi presentarli alla comunità creativa russa – è stata il senso di quotidianità che traspariva dagli scatti in bianco e nero di Colonnese. La Lombardia è stata uno dei focolai dell’epidemia e alla tragicità di ciò che avveniva negli ospedali si è contrapposta la noia e la routine degli italiani chiusi in casa durante il lockdown. Il reportage premiato racconta proprio questo: una storia intima di una famiglia come tante che si è ritrovata a fare i conti con una situazione anomala, tra smartworking, figli a casa e nuove regole per uscire. Il fotoreporter, intervistato da Repubblica, ha raccontato «Hanno partecipato fotografi da oltre 80 Paesi e credevo che a livello internazionale sarebbero stati premiati progetti realizzati negli ospedali, che raccontassero il coronavirus dalla prima linea. Io inizialmente avevo pensato a un reportage del genere, ma poi ho preferito trasferire il mio lavoro in casa per rispettare alla lettera le norme anti contagio e non esporre a rischi la mia famiglia». Qui tutte le foto del reportage.