Il consiglio comunale dell’8 giugno scorso che si è tenuto in modalità streaming, a causa dell’emergenza Coronavirus, ha visto la bocciatura della mozione presentata dal Gruppo Insieme per Gessate in merito «all’esenzione della TARI per le attività commerciali e produttive per il periodo di chiusura imposto dall’emergenza Coronavirus».
Matteo Zerbi, del Gruppo Insieme per Gessate, ha spiegato che «in materia di Tari il Comune ha facoltà di introdurre agevolazioni ed esenzioni, oltre che negli specifici casi individuati dalla legge, anche in ulteriori ipotesi riferite dal comune nella propria autonomia regolamentari». Il Consigliere, ricordando che durante il periodo di chiusura emergenziale le attività produttive e commerciali non hanno contribuito alla produzione di rifiuti, ha così chiesto al consiglio di impegnare sindaco e giunta all’esenzione dell’imposta.
Gessate Bene Comune, per voce del capogruppo Andrea Distaso, ha chiesto un emendamento per sostituire il termine “esenzione” con “riduzione” «Il pagamento della TARI è stato posticipato a 4 mesi per tutti i cittadini e le attività commerciali e produttive del territorio – ha spiegato – Abbiamo stilato un elenco delle attività commerciali e stiamo preparando quello delle attività produttive, basato sui codici Ateco. Questa operazione preventiva – ha sottolineato – è necessaria per conoscere chi includere nel novero dei beneficiari dell’esenzione o riduzione».
Ma l’ex Sindaco Giulio Sancini ha chiuso immediatamente, ribadendo la volontà di non modificare il termine «Siamo convinti che bisogna dare dimostrazioni reali e concrete di quello che voi a parole ci avete raccontato – ha detto – E il motivo è che dobbiamo scegliere un’azione concreta qual’ è l’esenzione e non la riduzione. E ci venite a dire in consiglio che dovete ancora fare i conti e quantificare. Bene io vi invito a fare una scelta politica – ha proseguito – adottate il termine esenzione e dimostrate un minimo di coraggio affinché gli interventi siano chiari nei confronti dei cittadini e delle imprese che in questo momento hanno bisogno del nostro sostegno. Ecco perché il termine da voi proposto è da noi respinto. Mettiamo ai voti la mozione così come è stata scritta».
Augusta Brambilla