A Sant’Agata (Cassina de’ Pecchi), i cittadini si sono organizzati per far fronte ai furti in appartamento. Non giustizia fai da te, ma confronto e coordinamento per allertare le forze dell’ordine, ha rassicurato l’assessore alla Sicurezza Gianluigi De Sanctis.
Il tema è stato sollevato con un’interpellanza presentata da Sandro Medei (Comitato Civico Cassina) sui problemi della sicurezza. Le domande risalgono a fine febbraio, ma l’emergenza Covid ha bloccato tutto e così il punto è stato discusso durante il Consiglio comunale di ieri, lunedì 15 giugno.
Tra le varie problematiche di sicurezza sollevate dal consilgiere c’è appunto quella che riguarda la frazione di Sant’Agata. «Da diversi mesi la frazione di Sant’Agata è sotto attacco da parte di criminali che si introducono nelle abitazioni private, anche nelle ore pomeridiane – si legge nell’interpellanza – Abbiamo notizia di residenti esasperati che si sono organizzati in gruppi di sorveglianza autonoma con tutti i rischi che tale situazione potrebbe generare».
De Sanctis traccia la linea rossa tra sicurezza partecipata e quella fai da te
De Sanctis ha rassicurato su come è declinata la «sorveglianza autonoma» nella frazione, sgombrando subito il campo da altri scenari. «Fintanto che la sorveglianza consiste nella creazione di gruppi social di quartiere destinati ad un confronto tra vicini di casa e con lo scopo di coordinare un rapido intervento delle forze dell’ordine – ha detto – tale iniziativa non può che ricevere un plauso da parte mia, dato che la sicurezza partecipata rientra tra gli obiettivi di questa Amministrazione e del mio assessorato».
Ma l’assessore ha tracciato una linea di confine netta, tra ciò che è lecito – e anche auspicabile dal suo punto di vista – e ciò che non lo è, tra la cooperazione e la segnalazione e interventi illegali e pericolosi. «A nessuno venga in mente di intervenire in caso di segnalazioni – ha infatti sottolineato – Se ci sono informazioni vanno date subito alle forze dell’ordine attraverso i numeri di emergenza. Non solo l’intervento di cittadini in questi casi è contro la legge, ma è anche estremamente rischioso per la loro incolumità».