Carugate, centro sportivo: sospensione dei lavori e revisione del piano finanziario

La società che gestisce l'impianto ha sospeso i lavori e chiesto di rivedere il piano finanziario in seguito all'emergenza covid

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Le opere riguardanti il centro sportivo di via del Ginestrino a Carugate dovranno ancora aspettare e ad oggi non si sa se verranno realizzate tutte. La società che gestisce l’impianto – Gestisport – ha infatti chiesto la sospensione dei termini di esecuzione dei lavori e la revisione del contratto di concessione «a seguito della grave crisi che ha colpito il settore sportivo in ragione dei provvedimenti regionali e nazionali assunti per l’emergenza sanitaria».

Tra le opere mancanti nell’impianto sportivo di via del Ginestrino ci sono un campo da calcio a 11 e l’ampliamento degli spogliatoi. A prescindere dal covid, l’Amministrazione comunale aveva già ipotizzato un cambio di strategia. Il sindaco Luca Maggioni, infatti, a gennaio aveva inviato una lettera agli uffici con la quale manifestava un nuovo indirizzo, sottolineando il venir meno della necessità di un campo a 11, da sostituire con un blocco spogliatoio più ampio.

Alla sospensione dei termini per la realizzazione delle opere hanno dato il via libera gli uffici del Comune, mentre il Consiglio comunale, riunito in video conferenza lo scorso 8 giugno, si è dovuto esprimere sull’inizio dell’iter di revisione della concessione, iniziata nel 2013. Punto passato ma con il voto contrario delle opposizioni che hanno sollevato perplessità e critiche.

L’opposizione vota contro

Rosaria Amato (PD) ha definito la richiesta di Gestisport «del tutto legittima» vista l’emergenza sanitaria da Covid-19. A non convincere la consigliera dem è casomai stata la tempistica della lettera scritta dal sindaco agli uffici e il contenuto della stessa. «Sostituire il campo a 11 con nuovi spogliatoi più ampi – ha detto – mi sembra una scelta che non corrisponde alle esigenze che le società di calcio hanno».

Paolo Molteni (Carugate in Movimento) va oltre, contestando proprio la scelta di concedere la sospensione dei lavori. «La moratoria non sarebbe da concedere. Loro sarebbero dovuti  arrivare molti mesi fa con un piano di costruzione delle opere per consegnarle entro il 30 giugno – ha detto – Mi sembra che qua c’è stata una volontà di non procedere alla progettazione delle opere previste molto tempo prima dell’emergenza Covid. Noi la sospensione – ha concluso – la riteniamo un ulteriore regalino a una società che non ha messo in cantiere i propri doveri convenzionali».

Più sul metodo dell’azione si è concentrata la Consigliera Roberta Ronchi (Insieme per Carugate) che ha sottolineato come i passaggi per arrivare al voto in Consiglio comunale sarebbero dovuti essere altri, partendo da una delibera di Giunta.