La città non è solo luogo pulsante di vita ma anche di silenzio. Marco Ribolini, fotografo da sempre, ha colto con i suoi scatti l’essenza della quiete e dell’immobilità durante la fase di emergenza Coronavirus nell’album “Brugherio in Lockdown”, dedicato alla sua città natale.
La voglia di testimoniare perché diventi memoria
Le fotografie sono un po’ come i pensieri, talvolta nascono all’improvviso ma hanno poi la necessità di riposare nella mente per essere realizzati.
«L’idea di documentare la città nella situazione emergenziale mi è stata data da un amico carissimo, Pierangelo Villa, ex comandante della Polizia Locale, con il quale collaboro da 15 anni e che ha partecipato anche alla realizzazione dell’album- ha detto Marco Ribolini– Avevo un desiderio istintivo di lasciare una traccia unito al profondo sentimento di appartenenza a questa comunità e al suo territorio. Uno spunto per la riflessione di ciascuno animato dalla voglia di testimoniare per non dimenticare; perché diventi memoria».
Luoghi elevati a simbolo della città

Strade, quartieri, palazzi, spazi urbani, chiese, monumenti, le farmacie e l’ufficio postale sono diventate “la nuova quotidianità” fatta di silenzio e di paura, di tristezza e di malinconia.
Gli scatti sono stati realizzati nella prima settimana dopo l’inizio del lock down e sono andati avanti fino al 1° maggio. «Quasi 50 fotografie, tutte scattate ad altezza d’uomo come in un dialogo da brugherese a brugherese, ma solo 24 sono quelle scelte per la raccolta – ha sottolineato Marco Ribolini – La tecnica del bianco e nero mi è volutamente servita per ottenere un risultato di forte impatto emotivo, essenziale e vero. Poche le persone, che appaiono sfuocate come in una danza tra dinamicità e immobilità. L’alba, il tramonto, la luce del giorno e le ombre della sera, la natura, gli animali, le cose e le persone si stemperano in un collage di sentimenti e emozioni».
Tra i luoghi elevati a simbolo della città ci sono, solo per citarne alcuni, il Cimitero Vecchio e Nuovo, il tempietto di Moncucco, il quartiere Torrazza, la Piazza centrale, via Dei Mille, il parco Increa e l’autostrada A-4.
«I luoghi sono stati individuati con faticosa selezione e ripresi in orari che di solito manifestano la piena vitalità, il traffico quotidiano e il rumore caotico. Parchi deserti, panchine vuote, parcheggi liberi. La presenza dell’Autorità – ha concluso il fotografo – l’ho fotografata solo nella ricorrenza del 25 aprile che celebra la liberazione del nostro Paese. L’album verrà stampato e la prima copia la donerò al mio Comune».
L’album “Brugherio in Lockdown” è consultabile sulla pagina Facebook di FotoRibo
Augusta Brambilla