Cernusco, mascherine lavabili: il confronto si sposta sui social

La discussione si sposta dalla sala Giunta a Facebook. Interviene un "ex" a difesa della scelta di Vivere Cernusco

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La frattura in maggioranza, causata dal voto contrario di Vivere Cernusco in Giunta per acquistare mascherine lavabili da consegnare ai cernuschesi, non sembra, almeno sui social, attenuarsi. L’assessore all’Urbanistica Paolo Della Cagnoletta ha espresso il suo dissenso per la scelta dei colleghi, pubblicando l’immagine del Quarto Stato, dove tutti i soggetti sono raffigurati con mascherine, con la didascalia “pagatevela stronzi”. Un’interpretazione personale della posizione di Vivere Cernusco non passata inosservata e che ha scatenato la reazione di Roberto Codazzi che ha scritto all’assessore Della Cagnoletta direttamente su Facebook.

Un confronto a distanza

L’ex candidato di Vivere ha contestato quella che ritiene una banalizzazione delle ragioni che hanno portato la lista civica a votare contro l’acquisto di mascherine per un valore di 65.000 euro cercando, interpretandole, di spiegarle. «Non abbiamo le tasche abbastanza grandi per fare regali a tutti, concentriamo le risorse su chi ha bisogno – ha scritto – E per noi, chi ha bisogno – ha proseguito – è proprio il Quarto Stato: i poveri, che esistono, gli emarginati, le categorie a rischio. E’ proprio a loro che vorremmo poter regalare mascherine e non solo, sicuramente non è a loro che diciamo “pagatevele”».
«L’immagine che ti ha scandalizzato è tristemente vera invece» ha scritto in risposta l’assessore Paolo della Cagnoletta che ha definito «insopportabile» la «distanza tra la teoria dei comunicati di varie forze politiche e la realtà dei nostri sentimenti e delle nostre vite appese a un filo». Per l’assessore la scelta di donare a tutti i cernuschesi una mascherina lavabile avrebbe permesso a tutta la comunità di iniziare la fase 2 con senso di unità, verso un nemico, il coronavirus, che non fa distinzioni. «Il Quarto Stato in tempi di Covid – ha infatti sottolineato – siamo tutti noi. La malattia ci unisce, il diritto alla salute attraversa ogni distinzione di sesso, di censo, e le annulla».