categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]
Quarantena domiciliare, spesa una volta a settimana e smartworking: è così il lockdown vissuto in Inghilterra, anche se a Londra, dopo la strada subito abbandonata dell’immunità di gregge, i blocchi sono arrivati il 23 marzo. Un ritardo di alcune settimane rispetto all’Italia e nella City ancora adesso sono permesse brevi passeggiate e attività sportive svolte all’aperto.
Arianna è una Project Manager di 27 anni che vive a Londra da cinque e in questa intervista ci ha raccontato differenza e similitudini tra Italia e UK: un colpo d’occhio, fatto da un’italiana che vive e lavora a Londra, sulla drammatica emergenza sanitaria che ha oramai coinvolto tutto il mondo.