Per molto tempo sarà necessario sorridere con gli occhi. Sì perché le mascherine faranno parte della vita di tutti noi ancora per molto tempo, soprattutto adesso che inizierà la così detta fase 2, quella dove alcune attività riprenderanno e si tornerà alla “normalità”. Chirurgiche, Ffp2 e 3, lavabili, a pannolino, in tela, trasparenti per agevolare la vita ai sordomuti e persino colorate. Senza ombra di dubbio questo dispositivo di protezione, che copre naso e bocca, è il prodotto più desiderato sul mercato.
Un mercato particolare visto che indossare la mascherina in Lombardia è obbligatorio dal 4 aprile. E proprio la metà di aprile è stato il periodo in cui regione ha deciso di distribuire gratuitamente i dispositivi (mascherine chirurgiche), con un numero totale che supera 8 milioni di pezzi. Mascherine sono state date alla protezione civile, alle forze dell’ordine, alle aziende di trasporto pubblico, a farmacie ed edicole per la distribuzione e agli enti locali (circa 6,5 milioni di pezzi). Le mascherine sono arrivate anche nei Comuni della Martesana, sempre un numero inferiore a quello necessario, e così le Amministrazioni si sono dovute “inventare” criteri e modalità di distribuzione: una per famiglia, privilegiare le fasce più deboli, consegnarle insieme ai buoni spesa oppure con l’aiuto degli amministratori di condominio. Queste sono solo alcune delle strategie dei sindaci, che hanno anche dovuto pensare a come sopperire alla mancanza e cercare di dotare tutti di dispositivi di sicurezza. Spesso l’aiuto è arrivato dall’esterno con donazioni, ma alcune Amministrazioni hanno deciso di acquistare direttamente le mascherine mancanti.
La redazione di fuoridalcomune.it ha deciso di intraprendere un “viaggio” nella distribuzione delle mascherine in alcuni comuni della Martesana, per capire come si è deciso di far fronte a un numero di dispositivi insufficienti e di scarsa durata e come i sindaci hanno gestito arrivi a scaglioni con pacchi da 10 e 25 pezzi che hanno generato confusione nelle persone e, spesso, anche negli stessi amministratori. E’ notizia di ieri, Giovedì 23 aprile, che nuove mascherine sono arrivate o stanno arrivando, portando il numero totale di consegne in ogni Comune a quello indicato in una mappa di Città Metropolitana.
Cologno: mascherine dove è più probabile il contagio
Una quota alle persone più fragili in affidamento ai servizi sociali, una quota alle famiglie che vivono nei grossi condomini con l’aiuto degli amministratori di condominio. Questa è stata la strategia messa in campo dall’Amministrazione comunale di Cologno Monzese per distribuire le circa 29.000 mascherine chirurgiche arrivate da Regione Lombardia, con 26.987 pezzi destinati ai condomini e 2000 a soggetti in carico ai servizi sociali. Ora, però, l’obiettivo è arrivare alla copertura di tutti i nuclei familiari con 2 mascherine ciascuno, attraverso l’acquisto diretto, già iniziato con lo stanziamento di 6000 euro raccolti attraverso donazioni.
Una scelta inedita e unica in Martesana quella di affidare la distribuzione agli amministratori di condominio. «Coinvolgendo gli amministratori di condominio siamo riusciti a distribuire le mascherine il giorno dopo ed è anche sul fattore tempo che si combatte un’epidemia» ha detto il Sindaco Angelo Rocchi che ha spiegato anche il criterio alla base della scelta di partire dai grossi condomini. «Nei palazzoni c’è più probabilità di avere contatti con il virus e ho assunto la decisione anche dopo un consulto con medici e professionisti». Inoltre, la strategia per il Sindaco ha consentito di liberare le forze comunali per impiegarle su altri fronti.
Oltre alle mascherine consegnate da regione e quelle che saranno acquistate direttamente dal Comune, a Cologno ne sono state donate da soggetti privati. Ad esempio quelle che la società Ital Enferm ha distribuito – insieme a camici e gel igienizzanti – agli agenti della polizia locale, le 2000 consegnate dalla comunità cinese e altre 2000 portate in città dal consigliere regionale Riccardo Pase.