Che siano chirurgiche, Ffp2, lavabili, a pannolino o in tela, è ormai certo che le mascherine faranno parte della vita di tutti noi ancora per molto tempo. Regione Lombardia – che dal 4 aprile ha reso obbligatorio l’uso di questi dispositivi – ha deciso di mettere a disposizione dei comuni circa 8 milioni di mascherine monouso di tipo chirurgico.
Il numero di dispositivi, però, spesso non è stato sufficiente a coprire tutti gli abitanti. Così, le Amministrazioni si sono dovute “inventare” criteri e modalità di distribuzione: c’è chi ha deciso di distribuirne una per famiglia, chi ha optato per la protezione delle fasce più deboli e chi ha scelto un percorso ibrido. In alcuni comuni si è riusciti a sopperire alla mancanza di mascherine grazie a donazioni esterne, mentre alcuni Sindaci hanno deciso di acquistare direttamente con i soldi del comune i dispositivi di sicurezza mancanti.
La redazione di fuoridalcomune.it ha deciso di intraprendere un “viaggio” nella distribuzione delle mascherine in alcuni comuni della Martesana, per capire come si è deciso di far fronte a un numero di dispositivi insufficienti e di scarsa durata e come i sindaci hanno gestito gli arrivi a scaglioni con pacchi da 10 e 25 pezzi, che hanno generato confusione fra i cittadini e, spesso, anche fra gli stessi amministratori. È notizia di questi giorni che nuove mascherine sono arrivate o arriveranno a breve, portando il numero totale di consegne in ogni comune a quello indicato nella mappa fornita da Città Metropolitana.
Cassina: prima una a famiglia, poi la distribuzione fino a esaurimento scorte
Con il primo arrivo di 6.500 mascherine dalla Regione l’Amministrazione di Cassina ha deciso di distribuire una mascherina a famiglia, dal momento che nel Comune i nuclei familiari sono poco più di 5.900 «Grazie al poderoso aiuto dei Volontari Civici e della Protezione civile – ha spiegato la Sindaca Elisa Balconi – siamo riusciti a consegnarle direttamente nella casella della posta dei residenti, per evitare di farli uscire di casa».
Altra questione invece per il secondo stock: per la seconda fornitura di 4.400 mascherine monouso e non sterili, l’Amministrazione ha scelto di partire dalle persone con difficoltà economiche segnalate dai Servizi Sociali rifornendole con 400 pezzi; le 4.000 rimanenti, al posto di essere imbustate e inserite nella casella della posta come la prima volta, sono state invece distribuite fino al termine delle scorte ai cittadini che ne hanno fatto richiesta, con il criterio di non più di una mascherina a persona «In questo caso abbiamo chiesto di prendere appuntamento chiamando il COC, Centro Operativo Comunale, per il ritiro. Sempre nell’ottica di evitare assembramenti».
Dal 27 aprile, infine, è cominciata la distribuzione della terza donazione di Regione: per le nuove 6.550 mascherine chirurgiche arrivate in Comune – a cui se ne aggiungono 600 destinate ai volontari del Centro Operativo -, l’Amministrazione ha scelto nuovamente l’opzione prenotazione telefonica e ritiro presso il COC. I requisiti scelti: essere cittadini dalla prima elementare in su residenti o domiciliati a Cassina. Rimane l’obbligo di poterne richiedere una a testa.
«Le mascherine che abbiamo ricevuto dai privati, che ringraziamo – ha detto infine la Sindaca -, sono state utilizzate in parte dai volontari del COC, in parte sono state distribuite alla cittadinanza insieme ai buoni pasto» tra le donazioni in questione quella di 300 mascherine destinate ai volontari, ricevuta da Segretario Cittadino di Fratelli d’Italia Fabrizio Di Costanzo e da Enrico Giarda e Massimo Ferrante e le 500 consegnate a fine marzo dal consigliere regionale Riccardo Pase e usate dai volontari del COC.
Carugate: mascherine lavabili per ogni famiglia
Per l’intera fornitura di mascherine ricevuta da Regione nelle tre tranche – che secondo i dati di Città Metropolitana sono 22.400 – il Sindaco Luca Maggioni ha scelto un’unica soluzione: la precedenza è andata alle persone più fragili, come i fruitori dei buoni spesa o le persone in quarantena. Altre ne sono state date ai medici di base, commercianti e Caritas per poterle a loro volta consegnare a chi ne è sprovvisto.
«Abbiamo ritenuto che non avesse senso spacchettare le mascherine confezionate in pacchi da 10 o 25 e consegnarne una o due per nucleo familiare – ha spiegato il Sindaco, la cui scelta è invece ricaduta sulla ricerca di un’alternativa. La generosa donazione della Fondazione Oltre di quasi 7.000 mascherine in cotone, lavabili, riutilizzabili, antibatteriche e antigoccia è stata la chiave per la soluzione al problema e l’Amministrazione ha potuto consegnare un dispositivo a ogni famiglia carugatese. «Alle mascherine monouso abbiamo preferito consegnare quelle lavabili, anche come simbolo visto che le dovremo portare per i prossimi mesi». Le mascherine la cui consegna è avvenuta nella casella della posta di ogni famiglia è terminata in questi giorni.
I dispositivi ricevuti in forma di donazione da privati sono invece state distribuite tra forze dell’ordine, Protezione civile, Personale sanitario e ancora una volta alle persone più in difficoltà. Sono state 1.000 quelle donate dall’azienda di Carugate CGT, e 1000 FFP2 dalla ditta STMicroelectronics.
I precedenti articoli sul “viaggio della mascherina”
La distribuzione a Cologno Monzese: Le mascherine sono arrivate a scaglioni e spesso in numero insufficiente. A Cologno la collaborazione con gli amministratori di condominio. Rocchi:«E’ sul fattore tempo che si combatte un’epidemia»La distribuzione a Pessano e a Bussero:
A Pessano il comune distribuirà una mascherina lavabile per famiglia, mentre a Bussero si è scelto di dare la priorità a soggetti anziani o in difficoltà economiche