Un uomo di 47 anni ha ucciso la compagna coetanea, sparandole un colpo di fucile in pieno volto. Il femminicidio si è consumato tra la notte del 19 e del 20 aprile a Truccazzano, nella casa dove la vittima, Alessandra Cità, tranviera di Atm, ospitava da circa due settimane il compagno Antonio Vena, operaio a Bressanone in Trentino. Poco dopo aver compiuto l’omicidio, l’uomo si è costituito alle forze dell’ordine.
La ricostruzione
I due portavano avanti una relazione a distanza dal 2012. L’uomo, rimasto bloccato in Lombardia a causa del lockdown era ospite nella villetta di Albignano – una frazione di Truccazzano – di proprietà della donna. Tuttavia i due vivevano da tempo una relazione instabile e la donna aveva già preso la decisione di lasciarlo, oltre ad averlo già denunciato. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Cassano, guidati dal pm Giovanni Tarzia, dopo un’apparentemente tranquilla cena tra i due è scoppiata una discussione sfociata poi in una lite violenta e finita tragicamente con l’uomo che imbracciava il fucile a pompa calibro 12 – detenuto regolarmente dalla vittima – puntandolo al volto della compagna e facendo fuoco. Per Alessandra non c’è stato nulla da fare. Dopo aver compiuto il folle gesto – l’omicidio sarebbe avvenuto all’1.30 – Vena alle 2 si è diretto in Caserma autodenunciandosi «Ho ucciso la mia compagna», il movente «motivi passionali». I Carabinieri al loro arrivo hanno trovato il corpo di Alessandra Cità riverso sul letto matrimoniale. A terra, l’arma del delitto.