Covid, fase 2: tra sicurezza e libertà di culto

Il Dcpm del 26 aprile non da il via libera alle funzioni. Delusione della CEI. Ma sul tavolo ci sarebbero nuove ipotesi.

Bussero - Chiesa Santi Nazzaro e Celso
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Il 4 maggio i luoghi di culto non riapriranno, ma governo e vescovi starebbero ragionando su una ripresa graduale dal 10 maggio, con cerimonie religiose da svolgere all’aperto per passare, solo in un secondo momento, alle funzioni al chiuso. Al momento consentiti i funerali, preferibilmente sempre all’aria aperta, con un tetto massimo di 15 partecipanti.

La delusione dei vescovi e le nuove ipotesi

Il Dcpm del 26 aprile, quello che delinea le fasi iniziali della fase 2 che partirà il 4 maggio, ha deluso le aspettative di molti, che immaginavano un allentamento maggiore delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Tra loro la Conferenza Episcopale, che ha commentato duramente la scelta del Premier Giuseppe Conte che con il suo Decreto ha confermato la sospensione delle cerimonie civili e religiose « I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto» è stato il commento della CEI . Diversi organi di stampa hanno riportato la notizia di una ripresa del dialogo tra governo e vescovi per trovare una soluzione, per tornare a celebrare le funzione religiose. Il primo traguardo potrebbe essere raggiunto il 10 maggio, con funzioni solo all’aperto. Queste rimangono ipotesi, ma la libertà di culto resta invece un aspetto molto concreto e sensibile in Italia.