Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ieri, martedì 10 marzo, aveva lanciato la proposta di «chiudere tutto» per contenere la diffusione del Coronavirus. Ora la richiesta è stata ufficializzata con un documento inviato al Governo che propone misure dure di contrasto al Covid-19 e che, se approvate, impatterebbero sulla vita dei lombardi in un modo ancor più incisivo di quanto non lo stia già facendo il Dpcm dell’8 marzo.
«Abbiamo inviato al Governo le proposte concordate con i sindaci relative a ulteriori misure di contenimento della diffusione del Coronavirus – ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana – Il documento – ha proseguito – contiene il dettaglio di quelle che sono le iniziative che consideriamo indifferibili sulla base dei dati scientifici in nostro possesso e già comunicati nel pomeriggio di martedì 10 al Governo, nel corso della riunione con i ministri Boccia e Speranza e con i presidenti delle Regioni, oltre che all’Istituto Superiore di Sanità».
Le misure richieste
La proposta inviata da Regione Lombardia al Governo centrale prevede misure veramente stringenti e puntuali come la chiusura di tutti gli esercizi commerciali al dettaglio, fatta eccezione per quelli che vendono beni di prima necessità o forniscono servizi di pubblica utilità o essenziali. Il documento propone anche la chiusura completa dei centri commerciali, dei negozi al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità.
Regione propone anche una stretta sulla ristorazione, con la chiusura totale di bar, pub e ristoranti, e sulle strutture ricettive, per le quali ci sarebbe lo stop totale a meno che siano necessarie per offrire servizi di pubblica utilità.
Dalle misure non si salverebbero nemmeno le attività artigianali di servizio – come i parrucchieri – e i servizi terziari e professionali. Resterebbero invece aperte le farmacie e le parafarmacie.