Una rete di Psicologi, in alcune aree della Lombardia, ha avviato il progetto ‘’Dietro la mascherina: emozioni in campo” per sostenere, con colloqui gratuiti in video chiamata, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e i volontari impegnati in prima linea contro il Covid-19.
Ascolto, comprensione e parole di solidarietà
Il personale sanitario è, soprattutto nelle terapie intensive, alle prese con carichi di lavoro molto più che impegnativi, stressanti e dove si teme anche per la propria incolumità e per quella dei propri familiari. «Anche nella quotidianità un cambiamento può mettere alla prova; qualcosa di sconosciuto e di nuovo, può generare paura, preoccupazione, in alcuni casi ansia, e ciascuno reagisce in un suo peculiare modo. In questo caso specifico, SarsCovid-19, il ‘nuovo’ e ‘sconosciuto’ è anche ‘non connotato’, ‘non visibile’, pare ‘mutare forma’. Ciò può ulteriormente amplificare i nostri vissuti e le emozioni provate» ha detto la Dott.ssa Sonia De Leonardis che ha proseguito «I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari impegnati sul campo in questi giorni, oltre a tensione e alla richiesta continua cui sono esposti, assistono a molti decessi, e ciò può portare frustrazione, un senso di fallimento o di anestesia momentanea; in condizione di emergenza o traumatica una persona mette in atto delle risposte di attivazione, che se prolungate eccessivamente sul lungo termine portano ad un logoramento e “consumo energetico” che può sfociare in burn-out. Negli ospedali lombardi arrivano ogni giorno nuovi pazienti e non è detto che gli operatori sanitari possano ancora accettarli: la numerosità dei casi e la durata della degenza necessaria nelle terapie intensive fanno da spartiacque. Lo stato di tensione costante cui sono esposti i sanitari può predisporre ad una sintomatologia post-traumatica o sfociare in disturbo post traumatico da stress. Sul lungo periodo, passata l’emergenza, bisognerà riportare la vita ad un ritmo strutturale gestibile anche umanamente. Ricordiamo che anche i medici sono delle persone».
La Dott.ssa Giulia Cavalli, psicoterapeuta del Centro di Psicologia di Gessate, ha sottolineato che «i sanitari sono estremamente sotto pressione, ed un supporto che sia di sostegno al loro lavoro, ma anche nella gestione ed elaborazione del lutto, è davvero importante. Gli operatori sanitari esponendosi talvolta al rischio di contagio, con protezioni inadeguate o insufficienti, si confrontano con la paura sia per sè stessi, sia per i propri cari, nel rientrare a casa». La Dott.ssa Gloria Bianchi, psicoterapeuta del Centro di Gessate, ha rimarcato che «i Medici e gli Operatori Sanitari sono costretti a ridurre gli spazi dedicati alla cura delle comunicazioni medico – paziente, o agli scambi – già delicati di per sé – tra personale medico e familiari dei pazienti. Preservare questo spazio relazionale può essere di grande utilità, sollievo, e fungere da prevenzione verso il possibile sviluppo di un disagio psichico futuro. “Aiutare chi aiuta” è un gesto che ha effetti benefici su tutta la società, e ora più che mai si avverte il bisogno di essere uniti».
La Dott.ssa Federica Spinolo, psicoterapeuta a Cassano, ha sottolineato che «nella pratica ci siamo trovate di fronte a telefonate di operatori con stress da sovraesposizione di richieste, appelli delle vittime, bisogni cui far fronte, date dalla condizione di isolamento dei pazienti e dalla consapevolezza di poter operare con meno strumenti, non solo legati alla scarsezza oggettiva di dpi, ma anche legati all’eccezionalità dell’instaurarsi di una relazione di aiuto in cui è impossibile ‘stare vicino’. Infine le psicoterapeute hanno concluso che «riteniamo importante offrire al personale sanitario dei momenti di decompressione in cui si possa rallentare, riprendere i propri bisogni e dedicarsi a piccoli azioni di rilassamento e/o recuperando le energie anche dal contatto empatico con la psicoterapeuta»
Una rete unica per la salvaguardia della salute di tutti
Partita dai Centri ConTatto di Senago (Dott.ssa Chiara Grandi, Sinapsi di Bollate -Dott.ssa Giovanna Lodola), La Quercia di Cassano d’Adda (Dott.ssa Federica Spinolo), Centro Spazio Cognitivo (Dott.ssa Naomi Aceto), Centro di Psicologia Milano (Dott.ssa Giovanna Lodola) hanno aderito anche il Centro di Psicologia di Gessate, il Centro Studio di Psicologia e Psicoterapia di Bussero (Dott.ssa Sonia De Leonardis) e i centri di Bergamo e di Pavia come l’Associazione Solve et Coagula (Dott. Patrizio Sisto e Dott. Luigi Collivasone).
Obiettivo del progetto è quello di creare una rete unica di professionisti privati che hanno messo le loro competenze al servizio del bene comune dedicandosi alle figure più coinvolte in questo momento.
Augusta Brambilla