In Lombardia i tamponi non si fanno a tutti. Anzi, in Lombardia, spesso, il tampone non viene fatto neanche al personale sanitario. Non ovunque, però, funziona così. A Piacenza il primario del reparto di oncologia Luigi Cavanna si reca a casa delle persone con sintomi da coronavirus e le sottopone a tampone. Ad Ansa il medico ha spiegato l’importanza di individuare tempestivamente i pazienti positivi a covid-19, visto che la terapia antivirale, utilizzata per combatterlo, prima viene iniziata, più ha successo.
Maviglia: «Cambiare Strategia»
Roberto Maviglia
, Sindaco di Cassano d’Adda e Consigliere Delegato di Città Metropolitana, proprio partendo dall’esempio piacentino ha criticato la scelta di Regione di non fare i tamponi in modo Massivo. «Da quando è iniziata questa emergenza ho evitato in ogni modo di fare polemiche. Ora però dobbiamo far sentire forte la nostra voce e dire a Regione Lombardia che la scelta di non fare i tamponi in modo massivo è sbagliata – ha scritto -. Solo tracciando con precisione la diffusione della malattia e rafforzando l’assistenza domiciliare – ha proseguito – si potrà uscire in modo più veloce e sicuro dall’emergenza. Vanno fatti prima tamponi a tutti i medici (anche quelli di base) e a tutto il personale sanitario, in modo che possano lavorare in serenità, poi alla popolazione. Non è una questione politica : Veneto ed Emilia Romagna lo stanno facendo, pur essendo politicamente diverse. Dobbiamo costringere Regione Lombardia a cambiare strategia e fare i tamponi».