Cologno, divide la richiesta di intervento dell’Esercito

Alla fine l'Esercito non arriverà, ma Rocchi rivendica la richiesta. Cologno Solidale e Democratica ritiene inutile «l'evocazione di strette repressive»

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«Sto nuovamente richiedendo al Prefetto l’invio dell’Esercito per aumentare i controlli e sanzionare duramente tutti coloro che non stanno osservando le disposizioni»

scriveva il sindaco Angelo Rocchi sulla sua pagina Facebook il 22 marzo. Una richiesta dovuta a un’impennata dei casi di positività a Covid-19 durante lo scorso weekend – venerdì 20 marzo erano 75, domenica 22 oltre 140 – che ha allarmato il primo cittadino. Un passo che non ha convinto Cologno Solidale e Democratica che ha parlato della necessità di lanciare un messaggio di positività e non di «evocare ulteriori strette repressive».

Perché l’esercito

L’ipotesi dell’invio dell’esercito non è andata giù a Cologno Solidale e Democratica. «Diciamo al sindaco che non occorre chiedere al Prefetto l’invio a Cologno dell’esercito per presidiare le strade: il nemico è un virus, contro il quale non si usano le armi, ma la scienza e una visione politica che sappia andare dal locale al globale, dal singolo essere umano alla collettività tutta – hanno scritto – In questa prospettiva, il ruolo di vigilare nella nostra città – hanno proseguito – può essere compiutamente svolto dal sindaco e dalla polizia locale, che richiameranno i cittadini alla responsabilità con i mezzi a loro disposizione».

Il sindaco Rocchi ha però rivendicato la sua scelta di provare a chiedere l’intervento delle forze armate in un momento in cui la situazione sembrava poter sfuggire di mano. «Ho chiesto l’intervento dell’esercito perché Cologno, dopo Milano, è il Comune della Città metropolitana con maggiori casi di positività – ha detto il Sindaco – Il Prefetto mi ha detto che non ci sono i presupposti perché non è presente un focolaio. Sesto San Giovanni – ha sottolineato con un riferimento ai vicini di casa – ha l’esercito per affrontare l’emergenza perché lo aveva già prima».

Tamponi

I tamponi ormai in Lombardia si fanno poco e questo è un fatto. la forza politica di opposizione, però, ha chiesto al primo cittadino di «farsi promotore verso Regione Lombardia affinché siano effettuati tamponi a tutti gli operatori sanitari, ai dipendenti in prima linea, e ai familiari dei contagiati». Richiesta inutile per Rocchi. «Sui tamponi non abbiamo nessuna voce in capitolo – ha detto – Cologno – ha proseguito – visto il numero di casi, è uno dei comuni della zona dove sono stati effettuati più tamponi».