Segrate ricorda i martiri delle foibe con commemorazione e recital

Le iniziative avverranno nelle giornate di lunedì 10 e martedì 11 febbraio

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

È in occasione della Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe che Segrate si impegna a non dimenticare, e lo fa con due eventi, lunedì 10 e martedì 11 febbraio.

Giornata del ricordo a Segrate

Lunedì 10 febbraio

, alle ore 10 presso il Giardino di via Grandi, si svolgerà un momento di riflessione e preghiera con la commemorazione dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. All’iniziativa parteciperà anche Pietro Tarticchio, scrittore e pittore, esule di Gallesano in Istria vicino a Pola, ora residente a Segrate.
Tarticchio fu costretto all’esodo, nel 1947, dai partigiani del maresciallo Josip Broz Tito, che uccisero e gettarono nelle foibe sette suoi parenti, tra cui il padre e il cugino di suo padre, don Angelo Tarticchio, sacerdote. Tarticchio, già presidente del Centro di Cultura giuliano-dalmata, riporterà la testimonianza delle tragiche vicende.

Martedì 11 febbraio, alle ore 21 al Centro Verdi, sarà invece la volta del recital Il dramma delle foibe, che vedrà la partecipazione di Natalya Chesnova alla fisarmonica e di Nicola Portonato come voce narrante.
Il recital metterà in scena il racconto della situazione drammatica di tutti coloro che, in quanto Italiani, si sono trovati nella morsa di violenza e di rappresaglie che poco o nulla avevano a che fare con la lotta all’oppressione fascista. E di chi, slavo ma “compromesso” con gli Italiani da legami di parentela, lavoro, semplice amicizia, si è trovato a condividerne la sorte. Si parte da testimonianze di persone scampate alla foiba per arrivare allo strazio di chi ha dovuto lasciare tutto e partire esule, abbandonando quella che in fondo era la sua patria di adozione.
Il Carso si fa teatro delle azioni inumane di uomini verso altri uomini. Le foibe, che in origine erano soltanto la testimonianza del lento e inesorabile agire delle forze della natura nel plasmare un territorio, diventano lo strumento e il simbolo della tragedia.
I testi recitati e letti saranno accompagnati da un commento musicale che, oltre ad avere lo scopo evidente di sottolinearne i tratti emotivi, vuole anche esprimere il potere lenitivo e curativo della musica.

L’ingresso è libero.