Pioltello, dopo la bomba riduzione della pena per il figlio del boss della ‘Ndrangheta

La Corte d'Appello «Si è impegnato per iscritto a versare 300 euro mensili per 10 anni alle persone offese»

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Processo in abbreviato e concessione delle attenuanti generiche per Roberto Manno, figlio del presunto Boss della ‘Ndrangheta Francesco, che venne accusato di essere stato l’esecutore materiale dello scoppio della bomba che fece esplodere il condominio di via Dante a Limito, nell’ottobre 2017.

Cosa avvenne il 10 ottobre 2017

La bomba fu solo l’ultima delle azioni a carattere malavitoso perpetrata ai danni di un operaio ecuadoregno, reo di non poter saldare il debito di 32 mila euro, dopo averne chiesti in prestito 20 mila. Intimidazioni continue avevano già costretto la famiglia del sudamericano a scappare in Ecuador, per sfuggire alle minacce che poi infatti si sarebbero avverate con l’esplosione del palazzo, mettendo peraltro in serio pericolo tutti gli altri inquilini del condominio.

Le ragioni della riduzione

«Manno si è impegnato per iscritto a versare 300 euro mensili per 10 anni alle persone offese». Così si è pronunciata la Corte d’Appello di Milano, che ha ridotto la pena dell’imputato – difeso dagli avvocati Ivano Chiesa e Mirko Perlino –  da 9 anni a 7 anni e mezzo, concedendogli l’attenuante in cambio dell’impegno a risarcire le vittime che erano state coinvolte nell’esplosione della bomba.

Pena ridotta anche per Manuel Manno, che lo scorso novembre era riuscito a ottenere, grazie ai legali Amedeo Rizza e Mirko Perlino, uno sconto da 6 anni e 4 mesi a 4 anni e 8 mesi, avendo pattuito un risarcimento di 5 mila euro alla vittima dell’estorsione.