Un’emozione “Gigante”, quella che ha provato Michele Quaini durante l’esibizione sul palco dell’Ariston di Sanremo suonando fianco a fianco con Piero Pelù. Il chitarrista – che ha trascorso la sua infanzia e giovinezza tra Segrate, Cernusco, Carugate e Vimodrone – ha raccontato la sua avventura al festival più chiacchierato di queste settimane.
La vita in Martesana
Gli anni passati in Martesana hanno lasciato a Michele i ricordi, vivissimi e profondi, di giornate scanzonate e gli amici, quelli che sono rimasti tutta la vita. «Le nostre uniche preoccupazioni erano non farsi beccare dai professori quando bigiavi e dai genitori quando non studiavi. Ho ricordi indelebili di quando suonavamo alle manifestazioni o andavamo al parco a cantare tutti insieme. Sono luoghi che mi porto nel cuore». La provincia milanese ha avuto un ruolo importante anche nella carriera musicale del chitarrista: «Avevo appena cominciato a suonare la chitarra quando ho cominciato a studiare all’Itsos ed lì che ho trovato i miei mentori. Il background che mi hanno regalato mi è certamente servito a porre le basi per arrivare fino a qui».
La musica prima di tutto
Le possibilità Michele Quaini è poi dovuto andare a cercarle altrove. Dopo le superiori si è iscritto al CPM Music Institute di Milano, la più importante scuola di musica d’Italia. «Da quel momento ho rinunciato a tutto per la musica: studiavo fino a 10 ore al giorno». Tre anni di studio e fatiche coronati dal diploma con lode, menzione d’onore e infine la cattedra di chitarra al CPM, ad appena 24 anni. Poi è cominciata la lunga gavetta nel mondo del lavoro «Un professore e mio collega suonava in una band, avevano bisogno di un chitarrista e da un giorno all’altro mi sono ritrovato a fare 10 date al mese nei migliori locali italiani. Una bella vetrina, suonavamo pezzi difficili e avevamo molto pubblico». Nel giro di pochi anni, grazie alla tenacia e all’instancabile impegno, il giovane chitarrista è stato catapultato in un sogno ad occhi aperti in cui le collaborazioni hanno cominciato a fioccare. Gli artisti con cui Michele ha lavorato sono importanti e conosciuti: da Loredana Bertè a Marco Mengoni, dai Tiromancino a Francesco Gabbani, senza poi contare le innumerevoli esperienze in televisione come a X Factor o agli MTV Awards fino ad arrivare all’Ariston.
Il Festival di Sanremo
Salire sul prestigioso palco ligure è un traguardo a cui aspirano molti musicisti italiani «È un misto di adrenalina e agitazione. Respiri la storia e ne sei completamente avvolto. Il livello di professionalità è altissimo e come musicista può essere difficile arrivarci. Di solito devi essere legato a un’artista, il quale a sua volta dev’essere chiamato a Sanremo». Michele ha poi raccontato l’incontro quasi casuale con l’ex leader dei Litfiba «Il suo chitarrista ha dovuto abbandonarlo per altri impegni. Piero stava lavorando al disco con Luca Chiaravalli (ndr… produttore di Gabbani, Eros, Neck, Paola Turci) con cui io spesso collaboro. Luca ha consigliato me come sostituto per il chitarrista». Professionalità, esperienza e anima rock son stati il mix vincente «Alle prove ci siamo subito trovati bene sia nell’attitudine che nel modo di suonare. Anche se ho avuto a che fare con tanti artisti lui rimane uno dei più grandi. Suonare con Piero è adrenalina pura». Affermazione che può trovare conferma nel risultato ottenuto con la canzone Gigante, che si è posizionata al quinto posto nella classifica finale.
Progetti per il futuro
Oggi Michele ha abbandonato l’hinterland e vive tra le colline del Monferrato, dove ha trovato un ritmo diverso e un rifugio perfetto dal trambusto di una vita sempre in tournée «Insieme a Roby Facchinetti stiamo rimusicando il Parsifal e poi continuo a curare, in veste di direttore artistico, alcuni progetti underground e lavori di musicisti emergenti. E poi ovviamente adesso sarò in giro per l’Italia per promuovere il disco di Piero, ma non nascondo che mi piacerebbe che la collaborazione con lui sia lunga e duratura».