Partita IVA: i cambiamenti con la legge di bilancio 2020 spiegati da AICM

Gli esperti della prima Associazione Italiana Contribuenti Minori spiegano cosa cambierà quest'anno a chi possiede una partita IVA o intende aprirla

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Liberi professionisti e addetti del mestiere l’aspettano ogni gennaio, domandandosi se convenga ancora essere freelance o se sia diventato troppo costoso, se si possa continuare a far parte del regime agevolato o meno: è la legge di bilancio, che questo 2020 apporterà alcune importanti modifiche che ci siamo fatti spiegare dai professionisti della prima Associazione Italiana Contribuenti Minori, AICM.

REGIME FORFETTARIO 2020: CHI POTRÀ ACCEDERVI

Il regime forfettario 2020 prevede una tassazione agevolata al 15%, ridotta al 5% per chi apre la partita IVA per la prima volta o dopo almeno 3 anni dalla precedente chiusura. Esattamente come lo scorso anno, rientra nel regime ci ha un fatturato lordo fino a 65mila euro. La differenza, però, è che saranno esclusi i possessori di partita IVA che sono anche dipendenti e i pensionati (che avevano scelto di arrotondare con il lavoro autonomo) che vantano un reddito superiore a 30mila euro.
Escluso anche chi, nonostante un volume d’affari che non supera i 65mila euro, ha speso più di 20mila euro lordi per la retribuzione del personale tra dipendenti e collaboratori, o chi ha investito nella propria impresa più di 20 mila euro.

Ricapitolando, non potrà più rientrare nel regime agevolato e verrà escluso dalla flat tax 2020 chi:

  • ha conseguito ricavi per più di 65mila euro nel 2019;
  • ha percepito più di 30 mila euro lordi di reddito da lavoro dipendente o assimilato (se il rapporto di lavoro non è terminato);
  • ha pagato più di 20mila euro per retribuire i lavoratori (familiari inclusi) e i collaboratori a progetto;
  • ha fatto investimenti per più di 20mila euro per acquistare beni e/o attrezzature.
FATTURA ELETTRONICA: OBBLIGATORIA O FACOLTATIVA?

La Legge di Bilancio non ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari, ma ha aperto le porte a un regime premiale: in pratica, per le partite IVA che decidono di avvalersene, i termini di accertamento verranno ridotti di un anno, parlando quindi di quattro anni invece dei cinque previsti per la maggior parte dei casi. Insomma, per i forfettari la fatturazione elettronica è consigliata, ma rimane facoltativa.

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