Sono occhi pieni di vita quelli che si incontrano a Galkayo, città nella regione di Mudugh, nel centro della Somalia. Qui, a far sorridere le persone – donne e bambini in particolare, ma anche i tanti ragazzi che nello sport trovano un’àncora di salvezza – è il Centro per la Pace e lo Sviluppo, realtà attiva dal 1999 in questa grande città circondata dal deserto.
GECPD, PER IL FUTURO DI DONNE E RAGAZZI
Il GECPD – acronimo di Galkayo Educational Center for Peace and Development – è un centro gestito da donne che da anni si impegnano a combattere la struttura in clan della società e tutti i problemi derivanti dalla guerra civile, in particolare le violenze femminili, tra le quali figurano mutilazioni genitali e discriminazioni di varia natura, come l’analfabetizzazione, causata ancora una volta dal rituale che vede i ragazzi studiare e le ragazze restare ad occuparsi della casa. Problemi di non semplice risoluzione, ma in nome dei quali le donne del GECPD si sono rimboccate le maniche, dando vita a una rete di operatrici sociali, infermiere, educatrici e insegnanti completamente formate dall’organizzazione. Un punto di incontro per donne di diverse estrazioni sociali in cerca di una vita migliore.
DONNE, INDIPENDENZA E LOTTA ALLA DISCRIMINAZIONE SOCIALE
Grazie a un grande lavoro di passaparola e sensibilizzazione, il Centro in questi anni ha raccolto fondi che gli hanno permesso di ampliare il proprio spettro d’azione: oggi le donne del GECPD svolgono laboratori, hanno a disposizione un’intera area dedicata al mercato, imparano a cucinare, a cucire e a gestire un’attività grazie alla conoscenza delle principali nozioni economiche. A loro è infatti dedicato un programma di formazione professionale che si pone l’ambizioso obiettivo di renderle in tutto e per tutto indipendenti, scevre dai condizionamenti tipici della società patriarcale autoctona, formandole riguardo l’importanza dei diritti civili, punto cardine del Centro dai tempi della sua fondazione. Ai più piccoli sono dedicati un orfanotrofio – costruito però fuori dagli spazi del Centro – una scuola dell’infanzia e una elementare.
GIOVANI: UN PERCORSO DI CRESCITA AL RIPARO DALLA CRIMINALITÀ
Parte determinante del progetto è poi quella che vede protagonisti i giovani, che, privati dai conflitti della maggior parte delle opportunità formative e professionali, spesso cercano nella criminalità la soluzione più accessibile a povertà e disoccupazione. Rapine, omicidi, spaccio di droga e attività moralmente inaccettabili ne sono purtroppo la più ovvia conseguenza. Alla loro educazione sono dedicati i campi sportivi, la biblioteca e diversi spazi di incontro, che danno loro l’opportunità di un confronto tra coetanei e di crescita personale.
IL CONTRIBUTO DI SPAZIO SOLIDALE
A permettere al Centro di svolgere le sue attività nel migliore dei modi, garantendo ai suoi ospiti supporto e formazione continui, è anche Spazio Solidale, onlus busserese che da oltre vent’anni si dedica al sostegno delle donne e dei bambini di Galkayo. Le scuole – d’infanzia ed elementare – hanno infatti visto la luce anche grazie all’impegno costante dei volontari dell’associazione, che anno dopo anno donano agli ospiti del GECPD l’opportunità di un futuro luminoso come i loro sorrisi.
È proprio per vedere da vicino il lavoro svolto in questi anni e stringere le mani di chi ne ha beneficiato che il 26 dicembre un gruppo di volontari di Spazio Solidale prenderà il volo per la Somalia, andando a toccare con mano il lavoro quotidiano delle donne che gestiscono il Centro di Galkayo. Un’occasione unica per documentare l’impegno instancabile di chi, in un mondo che appare così lontano dal nostro, crede fermamente nella realizzazione di una società civile che possa riconoscere alla figura femminile e ai giovani il diritto a una vita dignitosa. Impegno che vede coinvolti anche i volontari busseresi, che attraverso le attività che svolgono annualmente riescono a raccogliere il denaro necessario al sostegno di questo grande progetto.
«Andremo laggiù e visiteremo quei luoghi che conosciamo da lontano, vedremo con i nostri occhi cosa accade – ci ha raccontato Mari Dozio, presidente di Spazio Solidale –. È importante ricordare che non siamo noi a gestire le attività del Centro: loro decidono quale progetto è importante per loro e noi provvediamo, nelle nostre possibilità, a finanziarlo.» Una collaborazione che, come già detto, va avanti ormai da più di vent’anni: «Crediamo fermamente in un discorso di continuità, per permettere a chi beneficia del nostro aiuto di proseguire nel percorso iniziato».
Un viaggio fisicamente ed emotivamente impegnativo: «Le donne del GECPD gestiscono anche due campi profughi dedicati ai rifugiati interni. Visiteremo la zona in compagnia di un’amica somala, di un’associazione con cui collaboriamo. Grazie a lei le comunicazioni e gli spostamenti saranno sicuramente semplificati – ci ha spiegato Mari –. Annualmente dal Centro ci viene inviato un report delle varie attività, il che ci permette di avere sempre ben chiara la destinazione dei fondi che raccogliamo. Al nostro ritorno (il 6 gennaio 2020, ndr) ci piacerebbe organizzare un incontro per restituire alla cittadinanza questo viaggio e tutto ciò che avremo imparato».
Per sapere di più su Spazio Solidale e sui progetti che sostiene è possibile visitare il sito web dell’associazione.