Liberi di scrivere: le prime sei edizioni raccontate dai vincitori

Era il 2007 quando debuttava il concorso letterario “Liberi di scrivere”. Ripercorriamo la storia delle prime sei edizioni attraverso le parole e i volti dei vincitori

liberi di scrivere 2019
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L’edizione 2019 del concorso “Liberi di scrivere” ha registrato un record assoluto: quasi 600 racconti arrivati da tutta Italia e anche dall’estero. E mentre la Giuria è impegnata nella scelta dei racconti finalisti, ripercorriamo la storia del concorso attraverso le parole e le emozioni dei vincitori delle precedenti edizioni.

2007: L’ANNO DEL DEBUTTO

“Liberi di scrivere” è stato lanciato nel 2007, anno in cui fu inaugurato anche il centro Atrion di Carugate. La Giuria era guidata dal “maestro” Alfredo Tornaghi, una figura molto amata a Carugate.

Francesca Battaglia, vincitrice di “Liberi di scrivere” 2007

«Sono venuta a conoscenza del concorso attraverso un annuncio sul giornale. All’epoca scrivevo per passione, nel tempo libero, e ho deciso di partecipare con uno dei racconti che avevo nel cassetto», ci ha raccontato Francesca Battaglia, la vincitrice della prima edizione. Il tema era “La multiculturalità” e la signora Francesca, di Vaprio d’Adda, ha vinto con il racconto intitolato “Malik e la sua banda”.

La passione per la scrittura non è mai venuta meno e oggi, che è in pensione, Francesca si dedica quotidianamente alla scrittura. Ha da poco pubblicato il suo primo romanzo Le avventure di Spicchio e Spiro, disponibile in formato ebook. «E’ un fantasy comico per ragazzi», ha spiegato Francesca. «Mi occupo anche della grafica, dell’impaginazione e della promozione dei miei romanzi. Quella di scrittrice è la mia seconda vita!».

2009: UN TRAMPOLINO DI LANCIO

Il tema dell’edizione 2009, “Le periferie…tra passato, presente e futuro”, era particolarmente caro a Mirfet Piccolo, che ha vinto l’edizione con il racconto “Olè”. Dopo la laurea a Londra e la pubblicazione di una raccolta di racconti in lingua inglese, Mirfet è rientrata in Italia e il concorso “Liberi di scrivere” è stato per lei un trampolino di lancio. «Partecipando alle attività della biblioteca di Carugate sono venuta a conoscenza dell’iniziativa», ci ha spiegato Mirfet. «Ero molto motivata e ho scelto di partecipare anche per l’alta qualità della Giuria, all’epoca presieduta da Gianni Biondolillo».

«Ho sempre lavorato con le parole, ma vincere il concorso mi ha permesso di esordire come scrittrice. Ma non basta vincere un premio, o avere un’idea brillante: scrivere richiede impegno e dedizione, anche per trasformare un’idea in un racconto o un romanzo scritti bene», ha sottolineato Mirfet.

Mirfet Piccolo, vincitrice di “Liberi di scrivere” 2009

Dopo la collaborazione con riviste letterarie e i successi ottenuti in altri concorsi, è uscito il suo primo romanzo Il disordine naturale delle cose e il secondo è in fase di pubblicazione. Mentre lavora al suo terzo romanzo, Mirfet è anche impegnata nella lettura dei 600 racconti inviati per l’ultima edizione del concorso in qualità di giurata. «Dopo la partecipazione del 2009 sono stata invitata a far parte della Giuria, invito che ho accolto con entusiasmo», ha concluso Mirfet.

Naturalmente riserbo assoluto sull’edizione di quest’anno, ma una cosa ci ha tenuto a dire Mirfet: «vorrei sottolineare che scrivere è un mestiere impegnativo. Si nota la differenza tra i racconti scritti di getto e quelli più “ragionati”, dove c’è una trama convincente e una storia che funziona».

2011: L’UNITA’ D’ITALIA ATTRAVERSO UN RACCONTO

Alberti Arecchi (primo da destra), alle premiazioni di “Liberi di scrivere” 2011, con lo scrittore Andrea Vitali (al centro) e Corrado Alberti, della biblioteca di Carugate

Nel 2011 ricorreva il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il tema scelto per la terza edizione del concorso fu “ComUnità d’Italia” e il presidente della Giuria era lo scrittore Andrea Vitali. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Alberto Arecchi, di Pavia, con il racconto “Fortunato alla guerra”.

«Il racconto è ispirato dai ricordi delle mie vacanze estive nella zona del Tonale, tra la Lombardia e il Trentino, e da fatti storici legati alla guerra e alle battaglie alla baionetta», ci ha raccontato Alberto. Architetto di professione, abituato per lavoro a scrivere documenti e trattati di storia dell’arte, Alberto ha sempre coltivato l’amore per la scrittura anche in forma di racconto. Ha vissuto per un lungo periodo all’estero e nel tempo ha partecipato a diversi concorsi, anche in altri Paesi, grazie alla sua padronanza delle lingue spagnola e portoghese.

«Vincere l’edizione 2011 di “Liberi di scrivere” è stata una sorpresa e una grande emozione», ha sottolineato Alberto Arecchi. «Ho vinto anche altri concorsi e ogni vittoria è uno stimolo a continuare. Adesso che sono in pensione, scrivere è anche un modo per tenere allegramente viva la mente!».

2013: SCRIVERE PER SUPERARE UN GRANDE DOLORE

Il tema “Amica, nemica, amante. Storie di violenza sulle donne: paura, silenzio, rinascita” dell’edizione 2013 richiamava l’attenzione su un argomento delicato e doloroso. La vincitrice dell’edizione fu Barbara Cannetti, di Ferrara, con il racconto “In Nomine Patris”, una storia di violenza tra le pareti domestiche, dove un uomo da tutti rispettato e padre apparentemente amorevole era in realtà un incubo per la figlia, protagonista del racconto. Un racconto che ha commosso anche la Giuria, presieduta dalla scrittrice Elisabetta Bucciarelli.

Una storia di violenza, ma anche di riscatto, come ha spiegato la sua autrice, sottolineando che non si tratta di una storia autobiografica. Scrivere è stato per un modo per raccontare e superare il dolore, che Barbara Cannetti ha vissuto in seguito a un incidente che l’ha costretta su una sedia a rotelle.

«Il dolore e la sofferenza, di qualsiasi tipo, sono comprensibili e condivisibili da chi a sua volta prova dolore, e per questo riesce a dargli voce», aveva commentato Barbara in occasione della vittoria.

2015: L’ANNO DELL’EXPO

L’evento internazionale Expo Milano 2015 ha fatto da sfondo naturale alla quinta edizione del concorso, che aveva come tema “Mangiare e bere, uomini e donne”. E per l’occasione, il presidente della Giuria era il critico gastronomico Valerio Massimo Visentin. Il primo premio andò a Matteo Pisaneschi, di Pistoia, per il suo racconto “La rivoluzione del gusto”.

Matteo Pisaneschi, vincitore di “Liberi di scrivere” 2015

Di professione insegnante di matematica e fisica, Matteo coltiva la passione della scrittura e il 2015 è stato per lui un anno speciale. «Quell’anno ho scritto molto e ho raccolto diversi successi con i miei racconti. Potremmo definirlo “l’annus mirabilis”», ha ricordato Matteo Pisaneschi. «Ho saputo del concorso “Liberi di scrivere” da un amico e il tema mi è piaciuto molto. Per questo ho scritto un racconto ad hoc per partecipare, nel quale ho unito due aspetti fondamentali: quello del cibo, suggerito dal concorso, e quello del contesto storico, che mi sta particolarmente a cuore».

Nel suo racconto infatti, sullo sfondo della rivoluzione francese e dei grandi cambiamenti che avvenivano in Europa, Matteo parla delle prime “osterie” che nascevano non solo come luoghi dove mangiare, ma anche di convivialità. «Ho creduto fin da subito nella vittoria di questo racconto, e la mia fiducia è stata premiata!», ha spiegato Matteo, che continua a coltivare la passione per la scrittura nel «poco tempo libero che mi rimane».

2017: DARE VOCE A STORIE DI SILENZIO

La tema della sesta edizione, quella del 2017, era “In silenzio”. Un tema che la vincitrice Giovanna Pina ha declinato nel suo racconto “Terra promessa” toccando fatti di triste attualità, allora come oggi. Il presidente della Giuria era il professore e saggista Duccio Demetrio.

Giovanna Pina (al centro), alla premiazione di “Liberi di scrivere” 2017

«Il testo è nato dall’incontro con ragazzi rifugiati provenienti da Paesi in guerra, come l’Afganistan e la Palestina», ci ha spiegato Giovanna. «Lo ho conosciuti attraverso il Teatro degli Incontri, una iniziativa di teatro sociale per ragazzi rifugiati». Oltre alle storie difficili e di sofferenza di questi ragazzi «quello che mi ha colpito di più è stato il “silenzio” che caratterizzava le loro vicende: le fughe silenziose dai loro paesi d’origine, per non farsi scoprire; il silenzio dei campi di prigionia, dove era meglio non esporsi per non subire violenze; il silenzio della solitudine una volta arrivati in Italia o in altri Paesi europei».

«Il racconto è nato da queste emozioni, e non pensavo tanto alla vittoria, quanto a dar voce a questi silenzi. Essere proclamata vincitrice è stata una vera sorpresa!», ha concluso Giovanna. «Oggi continuo a scrivere, sia quando sono triste che quando sono felice: per me la scrittura è la medicina dell’anima».

Nella vita Giovanna disegna abiti e li realizza a mano. E in ognuno di essi cuce una breve poesia o un haiku, scritti da altri autori e a volte da lei stessa.

2019: TRA UN MESE LA PROCLAMAZIONE DEI VINCITORI

Per conoscere i vincitori dell’edizione 2019 dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza. I vincitori saranno proclamati l’11 gennaio 2020, ma a breve pubblicheremo i racconti finalisti scelti dalla Giuria, che potrete leggere e votare online.