Come tutti gli eventi storici anche la strage di Piazza Fontana è fatta di nomi, volti e numeri. Alle 16.37 del 12 dicembre del ’69 una bomba esplode nel salone della banca Nazionale dell’Agricoltura. E’ un massacro, una carneficina: 17 morti e 88 feriti gettano Milano e l’Italia, giovanissima Repubblica, nella paura.
Quella di Piazza Fontana fu la prima bomba, ma non l’ultima. Altre ne seguiranno: come quella di Piazza della Loggia a Brescia e della stazione di Bologna. La pista è subito anarchica, nel senso che si indaga solo in quella direzione. Giuseppe Pinelli precipita da una finestra del quarto piano della questura. Poi viene arrestato Valpreda, il colpevole, il mostro, che sarà dichiarato innocente successivamente. Verità giudiziaria no, verità giudiziaria si: la corte di cassazione nel 2005 ha stabilito che i neofascisti Freda e Ventura di Ordine Nuovo sono i responsabili dell’attentato di Piazza Fontana.
A 50 anni di distanza Milano e l’Italia hanno ricordato. A palazzo Marino un Consiglio comunale straordinario, con i familiari delle vittime, il sindaco Sala e il Presidente della repubblica Sergio Mattarella. Poi il corteo al quale hanno partecipato diversi cittadini ed esponenti istituzionale, anche della Martesana.