È finalmente terminata la caccia all’assassino che, nel tardo pomeriggio del 16 ottobre, aveva ucciso a colpi di pistola Donato Carbone, 63enne di Cernusco, nel box della sua abitazione di via Don Milani. Questa mattina ad essere arrestati per omicidio volontario aggravato, però, sono stati in due, l’esecutore del delitto e il suo mandante, che avrebbe ordinato l’omicidio di Carbone per questioni legate ad attività illecite in cui la vittima era coinvolta.
OMICIDIO CERNUSCO: LA VICENDA
Sono stati 11 i colpi sparati dall’assassino, che successivamente era stato visto allontanarsi su un’auto di piccola cilindrata. Le ricerche del mezzo avevano portato a Cologno, dove l’Opel Corsa – risultata poi rubata a Brescia – era stata abbandonata subito dopo la fuga. A indicare alcune caratteristiche del presunto colpevole era poi stata una vicina di casa di Carbone, che aveva incrociato l’assassino all’altezza del cancello rientrando nella sua abitazione. L’uomo, coprendosi il viso con le mani guantate, non aveva risposto alla sua richiesta di fornire qualche generalità e le aveva intimato di aprire il cancello. La vittima, che aveva da tempo lasciato il lavoro per motivi di salute e si occupava principalmente di fare il nonno, non aveva ombre nel suo passato che potessero giustificare un’esecuzione del genere.
Le indagini hanno portato gli inquirenti a esaminare le immagini delle telecamere della zona, scoprendo un sopralluogo in via Don Milani effettuato dai due il giorno precedente e la presenza di entrambi il giorno dell’omicidio. Una volta fuggiti, assassino e mandante si sono ritrovati a Cologno, lì dove la prima auto è stata abbandonata.
OMICIDIO DONATO CARBONE: ARRESTATI ASSASSINO E MANDANTE
Gli arrestati sono due pregiudicati di origine siciliana, residenti l’uno a Cologno e l’altro in provincia di Brescia. Il movente sarebbe legato a un giro di prestiti e di usura in cui Carbone sarebbe stato coinvolto. Mentre l’esecutore in passato era già stato arrestato per associazione mafiosa – accusa poi caduta -, il mandante, dopo essere stato invischiato per diverso tempo nel narcotraffico, era stato coinvolto in una maxi operazione antimafia. I due ora si trovano presso il carcere di San Vittore.