Cologno si schiera contro l’invasione turca in Siria

Il sindaco bolla come strumentale il voto e valuta l'astensione, poi ci ripensa

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Un voto quasi unanime del Consiglio comunale di Cologno Monzese ha condannato l’invasione turca nel nord della Siria. Non è stato facile arrivare alla votazione, tra disguidi, questioni regolamentari e minacce di astensione.

FIRMA O VOTO? 

Lo scorso Consiglio comunale (17 ottobre), lo stesso documento votato lunedì 4 novembre, era stato letto dal Sindaco, che aveva poi invitato tutti i Consiglieri comunali a firmarlo, lasciando, però, interdette le opposizioni che si aspettavano un voto. Solo l’intervento del Segretario Comunale, che ha spiegato come  non fosse possibile votare il documento perché non inserito all’ordine del giorno per tempo, aveva permesso di proseguire i lavori.

IL SINDACO: «VALUTERO’ SE ASTENERMI»

Le opposizioni avevano promesso di portare in votazione la risoluzione nel Consiglio successivo e così è stato. Mossa strumentale per il Sindaco, che ha bollato come perdita di tempo «votare un documento già sottoscritto», minacciando un’astensione al momento del voto.

GLI APPELLI

Dall’opposizione alla maggioranza, anche se con toni diversi, si è sollevato un appello rivolto al primo cittadino. Dal Consigliere Luciano Cetrullo (PD) che, in nome dell’unità su un tema di questo tipo, ha invitato il sindaco «a ravvedersi rispetto alla sua intenzione di astenersi», fino al collega Giovanni Cocciro (capogruppo PD) che ha ricordato come il documento sia stato «valutato, concordato e fatto insieme».

L’appello più importante, però , è arrivato dai banchi della maggioranza. «Chiedo al sindaco di ravvedersi sulla sua posizione, pur condividendola – ha detto la Consigliera Rosalia Brasacchio -. Le strumentalizzazione spero terminino perché di fronte a dei fatti così tragici e gravi sono inaccettabili».

Segnali che hanno colto nel segno e raggiunto lo scopo, visto che al termine della discussione il Sindaco ha comunicato il suo voto favorevole a una risoluzione approvata con 18 voti favorevoli e un solo contrario, quello di Lorenzo Corradini di Casa Pound che ha ribadito in aula le motivazioni già espresse con un post su Facebook.