Omicidio Cernusco. Supertestimone: «Ho incontrato l’assassino»

Trovata l'auto con cui il killer era fuggito: risulta rubata. Una vicina ha incontrato l'assassino poco prima che scappasse

Credit: Newpress
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Novità per quanto riguarda l’omicidio a Cernusco di mercoledì in via Don Milani. L’auto che i Carabinieri stavano cercando – a bordo della quale il killer era fuggito dopo aver ucciso il 63enne con 10 di 11 colpi di pistola sparati – è stata trovata a Cologno Monzese giovedì. Ma le indagini ora si concentrano sul racconto di una supertestimone, una vicina di casa di Donato Carbone, che ha parlato con l’assassino subito dopo l’omicidio.

OMICIDIO CERNUSCO: LA TESTIMONE

È una vicina la testimone principale dell’omicidio di Donato Carbone, che ha raccontato di essersi trovata nel vialetto dei box alle 18.44 circa, quando ha incontrato un uomo che non aveva mai visto prima. Dopo avergli chiesto chi fosse, lui si è nascosto il volto con la mano coperta da un guanto nero e le ha intimato di aprire il cancello, che si era chiuso automaticamente. Una volta in strada, è salito su un’auto di cui lei ha memorizzato la targa.

L’AUTO RITROVATA A COLOGNO

I Carabinieri hanno ritrovato l’automobile utilizzata per la fuga: si tratta di una vettura che risulta rubata un mese fa in provincia di Brescia. Tutto continua a far pensare a un delitto organizzato nei dettagli. Potrebbero anche esserci dei complici.

OMICIDIO DONATO CARBONE, LA PISTA ECONOMICA

Si pensa a un delitto causato da questioni economiche. Carbone aveva chiuso la sua sua impresa di ristrutturazioni nel 2015, a causa di una malattia che lo aveva bloccato a casa. Ora si era ripreso, e si godeva la vita da nonno occupandosi della nipotina. I famigliari sono stati interrogati, ma non risultano incongruenze nei racconti. L’uomo non riceveva ancora la pensione ma viveva dignitosamente grazie ai guadagni degli anni precedenti la chiusura della ditta. Giovedì sono partiti gli accertamenti bancari e patrimoniali; si pensa a un debito non saldato, qualcosa di cui la famiglia non era a conoscenza, anche perché sembra che il killer conoscesse la vittima e le sue abitudini.