Sembrava una missione impossibile, ma la Casa in Movimento è riuscita a pagare l’ultima rata di affitto, comprensiva degli arretrati, e potrà così continuare a svolgere le proprie attività culturali.
LA VICENDA
Nel 2017 la Giunta Rocchi ha dato il via ad un’operazione di regolamentazione, per verificare se le associazioni che occupavano spazi comunali fossero in regola con contratti e affitto. Ne emerse che la Casa in Movimento, con base in via Neruda, non aveva mai pagato né affitto né utenze.
La notizia colse di sorpresa gli attivisti (e anche molti frequentatori) della Casa, convinti di aver sempre agito nel perimetro dei regolamenti avendo ricevuto le chiavi direttamente dall’allora assessore Cocciro. «Avendo ricevuto allora la concessione delle chiavi direttamente dall’assessore competente –spiegarono dall’associazione- siamo sempre stati convinti che quello fosse l’iter corretto, e che quindi fossimo inquilini a norma, in un rapporto che era fortemente politico più che burocratico, dove si riconosceva il valore del servizio totalmente gratuito offerto alla città, senza alcuno scopo di lucro, e mandato avanti da volontari»
CONTO SALATO
Le trattative tra l’amministrazione e la Casa in Movimento, dopo un tentativo di sgombero posto in essere dalla prima e stoppato dal TAR, hanno portato alla definizione di un piano di rientro di non poco conto. In questi due anni la Casa in Movimento ha dovuto pagare circa 33.000 euro, compresi di affitto e arretrati.
«A ottobre 2017 – hanno scritto gli attivisti – decidemmo di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e di mettercela tutta per garantire la sopravvivenza dello spazio. Ma – hanno proseguito – gli sforzi delle attiviste e degli attivisti della Casa da soli non sarebbero stati sufficienti: se siamo arrivati a questo straordinario traguardo è grazie al sostegno di decine di solidali, che hanno partecipato alle iniziative, che hanno fatto conoscere la nostra storia e le nostre attività, che ci hanno sostenuto anche economicamente».