È un giovane talentuoso Jona Motta, classe 2000, nato e cresciuto a Pozzo d’Adda dove vive con la famiglia e i due fratelli più grandi, che ha fatto della palla ovale la passione della sua vita.
LA PASSIONE GIÀ DA GIOVANISSIMO
«Ho iniziato all’età di 9 anni – ci ha raccontato -, nel lontano settembre del 2009 grazie a mio zio che mi ha portato agli allenamenti del Rugby Cernusco, dove allenava una delle squadre delle giovanili. Ho continuato a giocare nell’Under 16, con la quale ho anche vinto il Campionato Regionale di Elite 2, e all’età di 16 anni sono entrato a far parte dell’Accademia zonale di rugby a Milano, per approdare alla società A.S. Rugby Milano con la quale ho disputato il Campionato élite 1, la prima attività agonistica nella squadra Under 18 come ala estrema: i miei ruoli principali da sempre».
Ben presto Jona viene convocato per partecipare a due significative manifestazioni conosciute in tutto il mondo, il torneo Sei Nazioni di rugby Under 18 nel 2018 e le Universiadi 2019.
«L’Universiade estiva e il Sei Nazioni sono state due tappe importanti. La prima è stata un’esperienza unica e, essendo come evento molto simile alle Olimpiadi, entrare sul campo dello stadio San Paolo di Napoli per la cerimonia di apertura e vedere tutte quelle persone cantare insieme, sventolando il tricolore, è stato uno dei momenti più belli di sempre, un’esperienza unica! – ha sottolineato Jona -. La seconda è stata un banco di prova importantissimo, dove ho potuto vivere in prima persona la competizione e il livello del rugby internazionale. Indimenticabile la vittoria nella seconda partita contro l’Inghilterra, da sempre una nazione conosciuta per la sua forte tradizione rugbistica».
IL SOSTEGNO NEL RUGBY
Lo sport è palestra di vita, e chi ha scelto il rugby sa che i gesti e i comportamenti sanno di tradizione. Sa quanto sia entusiasmante una partita ben giocata, quanto siano motivate le regole in campo. Sa che giocando si diventa amici, e che una squadra di amici batte sempre una squadra composta da semplici giocatori.
«Consiglio vivamente di provare questa disciplina, specialmente ai ragazzi dai 6 ai 14 anni, perché incoraggia il lavoro di squadra e offre la possibilità di aiutarsi e sostenersi a vicenda come si fa in una grande famiglia. Sono iscritto al primo anno della Facoltà di Scienze e Finanza dell’Università Bocconi e devo ammettere che il rugby mi aiuta anche con lo studio, in quanto riesce a liberarmi la testa e dare sfogo alla mia vitalità» ha spiegato Jona.
A soli 19 anni ha avuto l’onore e il privilegio di partecipare al torneo di qualificazione olimpica con la Nazionale Maggiore di rugby a 7. «È stato un successo che porterò per sempre con me. L’aver avuto modo, quest’anno, di confrontarmi sul campo, faccia a faccia, con alcuni dei giocatori più forti del circuito mondiale di rugby a 7, che da sempre vedo in tv e che prendo come esempio, è stato incredibile e entusiasmante».
I PROGETTI FUTURI
Jona Motta guarda al suo futuro con determinazione, slancio e passione e ha già dei progetti in mente. «Ho fondamentalmente due obiettivi che vorrei raggiungere: giocare nelle Rugby Seven World Series, circuito internazionale di rugby a 7 che comprende 10 tappe/tornei in tutto il mondo, e partecipare alle prossime due edizioni delle Olimpiadi, in Francia nel 2024 e a Los Angeles nel 2028. Una volta terminati gli studi, mi piacerebbe poter lavorare nel settore dell’alta finanza e in particolare nell’investment banking e negli hedge fund».
Augusta Brambilla